La penna degli Altri 05/01/2015 12:51
Da Davids a Nainggolan: ecco chi ha fatto affari a gennaio
GAZZETTA.IT (M. BAZZONI) - Edgar Davids è il prototipo di tutti i colpi del mercato invernale, uno dei pochi in grado di spostare davvero gli equilibri. Intristito e infortunato al Milan (era reduce da una brutta frattura di tibia e perone), il Pitbull olandese approdò in bianconero nel Natale '97 e decise le sorti di quel campionato. La Juventus, seconda a due punti dall'Inter, finì per vincere lo scudetto (quello dei veleni e dello scontro Iuliano-Ronaldo) e il merito andò anche all'ex mastino dell'Ajax, che in breve diventò uno dei migliori centrocampisti della Serie A. L'Inter con Lukas Podolski e il Milan con Alessio Cerci - con Gabbiadini al Napoli, i primi colpi della sessione che inizia ufficialmente oggi- si augurano ora di replicare lo stesso copione. La tradizione non incoraggia: il mese di gennaio tramanda, per un solo Davids, una lunga lista di flop, da Esnaider (alla Juve costò 12 miliardi) a Fabio Junior (30 miliardi alla Roma), da Josè Mari (il Milan sborsò fino a 35 miliardi di lire) fino al più recente Anelka. Ma, se è vero che il colpo da scudetto è merce rara, è altrettanto vero che il mercato di riparazione può regalare affari e sorprese in grado di raddrizzare una stagione. Ecco cos'è successo negli ultimi anni.
DA DAVIDS A BALOTELLI — La parola chiave di gennaio è "mela marcia". Billy Costacurta marchiò così Davids, che con lo spogliatoio rossonero in effetti non entrò mai in sintonia. Quindici anni dopo, il frutto tornò protagonista nelle parole di Berlusconi, scettico sull'arrivo di Balotelli al Milan. Alla fine Mario sbarcò lo stesso, allettato da un trasferimento nel cuore della stagione che lo toglieva dalla ghiacciaia del City. Ritrovò la Serie A il 3 febbraio 2013 con una doppietta all'Udinese e contribuì con altre 10 reti a portare il Milan in Champions. Forse i mesi migliori di Balo in Italia, ma fu un affare a tempo determinato: la stagione successiva, tra tweet e polemiche, non riuscì più ad incidere. Chi di liti sui social è diventato nel frattempo un esperto è Radja Nainggolan. In campo, però, il centrocampista della Roma si può tranquillamente etichettare tra i migliori acquisti dell'ultimo mercato invernale: prelevato dal Cagliari (dove era arrivato nel 2010 da Piacenza, sempre in gennaio) per sostituire l'infortunato Strootman, il belga è diventato leader di sostanza e qualità in una squadra in lotta per lo scudetto.
ALBERGHI E FARFALLE — Non solo Balotelli. I mesi freddi del 2013 portano in Serie A anche lo sfortunatissimo Giuseppe Rossi - dal Villareal alla Fiorentina - e il talento croato Kovacic, sul quale Mancini sta cercando ora di edificare la rinascita dell'Inter. Ai confini del romanzesco, invece, quello che accade nel 2012: il Milan ha un accordo con Carlitos Tevez, in rotta con il City, e intende vendere Pato al Psg per sostenere economicamente l'operazione. Sembra tutto fatto quando arriva l'altolà presidenziale: il Papero resta al Milan, l'Apache a Manchester e nella storia spunta un terzo attore, Maxi Lopez. L'attaccante era stato allertato da Galliani nei giorni precedenti e aveva lasciato Catania in fretta e furia per poi ritrovarsi "congelato" in un albergo milanese in attesa degli sviluppi dell'affaire Tevez. "Una settimana in hotel, ma ne è valsa la pena" disse l'argentino quando si aprirono le porte rossonere. Peccato che quella stagione il Milan mancò lo scudetto e ai tifosi venne spontaneo ragionare per periodi ipotetici: se solo fosse arrivato l'Apache... Carlitos non solo non vestì mai rossonero, ma nel giugno 2013 raggiunse la Juventus, contribuendo ad allargare il divario tra le due squadre. Gli scienziati lo chiamano effetto farfalla: un battito d'ali finisce per provocare un uragano. Ma quell'anno al maltempo su Milanello contribuì anche un'altra "farfalla", Amauri, che a gennaio passò dalla Juve alla Fiorentina e segnò ai rossoneri la sua unica rete in maglia viola. Un gol soltanto, eppure decisivo: i bianconeri approfittarono dello stop dei rivali e corsero ad afferrare il titolo.
TESSERE DEL MOSAICO — La costruzione di quella Juve - la prima dell'era Conte - passò dagli arrivi estivi di Pirlo, Lichtsteiner e Vidal, ma le basi furono gettate l'inverno del 2011 con gli acquisti di due futuri protagonisti, Matri dal Cagliari e Barzagli dal Wolfsburg. Così funziona il mercato in gennaio: a volte dalla calza esce il flop, è vero; altre volte però si pescano le tessere giuste per completare il mosaico. È il caso di Cassano che, dopo la rottura con la Samp, diede il suo contributo di reti e assist allo scudetto milanista. Era il 2011, nella stessa sessione l'Inter ingaggiò Pazzini, Ranocchia e Nagatomo e accelerò fino al secondo posto. L'anno dopo il colpo fu della Lazio, che prese in prestito Candreva e assistette al suo exploit. Da rivedere anche la tesi che nei primi mesi dell'anno i grandi nomi non si spostano e gli affari non si stringono: quando Beckham sbarcò in Italia (2009) o Ronaldo esordì con il Milan (2007) il termometro non superava i 10 gradi. Senza dimenticare che era inverno quando Zamparini ebbe l'intuizione di prendere dal Danubio Edinson Cavani (anno 2007, nel 2013 divenne Mister 64 milioni), quando Pato debuttò con il Milan (2008) e quando Galliani mise le mani sul contratto di Thiago Silva (dicembre 2008, ma fu tesserato ufficialmente solo la stagione successiva). Insomma, l'estate non è tutto: le belle sorprese si possono trovare a volte anche sotto un albero di Natale. Milan e Inter hanno già scartato i primi regali e giurano di non avere ancora tolto gli addobbi.