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La penna degli Altri 22/12/2014 08:25

Roma, un anno da seconda

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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Col fiatone tutto l’anno. La Roma ha aperto il 2014 con una sconfitta allo Stadium che l’ha fatta scivolare a 8 punti di distanza dalla e lo chiude con altrettanta amarezza: il pareggio contro il Milan senza reti di sabato la allontana dalla capolista, anche se il margine di 3 lunghezze lascia i giochi ancora aperti.

Il copione non è mutato durante l’intero anno solare. Nel campionato passato le speranze tricolori della Roma sono finite subito, proprio in quello scontro diretto perso in malo modo il 5 gennaio. La di è rimasta sempre davanti chiudendo a +17, mentre quella di Allegri non si è mai fatta sorpassare dai giallorossi nel torneo attuale. Cinque giornate a braccetto a punteggio pieno, poi lo strappo col prezioso contributo di Rocchi sempre allo Stadium e un nuovo aggancio della banda di alla 9ª. Ma la vetta condivisa è durata poco, il tempo per la Roma di perdere a nel turno successivo e di ricominciare un inseguimento che sta diventando snervante.

I numeri certificano la superiorità juventina: 95 punti in 37 gare contro gli 80 dei giallorossi e uno in più dei 94 conquistati da nel 2012 in 40 partite. Un anno record costruito in gran parte nel fortino torinese. Se si allarga il discorso a tutte le competizioni, la in casa ha giocato 25 partite nel 2014 senza mai perdere e vincendone ben 21.

Tra Olimpico e trasferte la Roma ha disputato 47 gare, con uno score di 29 successi, 7 pareggi e 11 sconfitte comprese le tre di e altrettante alla fine dello scorso campionato. Gli 80 punti in serie A sono il terzo miglior risultato di sempre dopo gli 81 di Ranieri in 28 gare nel 2010 e gli 86 di Spalletti in 39 nel 2006. Ma non sono mai bastati per vincere.
Uscendo fuori dalle statistiche, il calo degli uomini di Rudi è stato evidente in questa parte finale del 2014. La condizione atletica non è più brillante, conseguenza diretta dei tanti impegni e degli infortuni, ma dentro Trigoria non tutti sono allineati con i metodi del nuovo Rongoni che insiste molto sulla forza. Se spostiamo il discorso sulla tattica, la Roma non ha più trovato quella «chimica» vincente dell’avvio dell’era . Se prima gli avversari faticavano a contenere il contropiede affidato alla velocità di Gervinho e innescata da , unito alla spinta di e alla rotazione continua dei centrocampisti, ora affrontare la Roma sta diventando più facile per tutti. La sensazione è che oggi la difesa non sia più irresistibile e che davanti si fatichi a segnare quando non ci pensa Gervinho a seminare gli avversari.

Tra assenze illustri ( e su tutti), flessione di alcuni protagonisti (, , , e il dell’ultimo periodo), , inserimenti difficili ( e Cole) e qualche scelta discutibile dell’allenatore sono state tante, troppe le partite in cui la prestazione non ha convinto al di là del risultato. Al contrario di una rimasta molto simile a se stessa nonostante il cambio in panchina. Ecco perché festeggiare il Capodanno a soli tre punti di distacco dalla capolista - quelli dello scontro diretto - è la notizia migliore per .

Se l’obiettivo del 2015 è vincere, bisogna cambiare marcia. «Faremo tutto il possibile per rendere felici i tifosi» la promessa natalizia di . Il sogno scudetto passa necessariamente per il recupero fisico e mentale di , e , che chiude il 2014 come l’uomo più discusso eppure nessuno ha segnato quanto lui nella Roma: 14 gol, tutti in campionato, segue Gervinho con 13. Al resto dovrà pensarci . «Mi inventerò qualcosa» ha promesso. Perché i soldi in cassa, finita la , scarseggiano.

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