La penna degli Altri 07/12/2014 09:59
Super Ljajic salva la Roma
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Storie di ordinaria follia, di quelle che solo la Roma sa scrivere. Nel giorno del passo falso della Juve capolista fermata sullo 0-0 a Firenze dall'ex Montella, la squadra di Garcia rischia l'osso del collo contro il Sassuolo di un altro ex: Di Francesco. La matricola, a dire il vero, nella ultime sette uscite di campionato aveva fatto peggio solo delle due prime in classifica e anche contro la Roma ha dimostrato di saper approfittare delle occasioni che le capitano a tiro. Resta il fatto che sognando il -1 la squadra di Garcia è rimasta a -4 (distacco più lungo da inizio campionato) prima di agguantare il pareggio e restare a -3: che alla fine, visto come si era messa, non è nemmeno così male. Sotto una pioggia incessante la Roma ha fatto di tutto per suicidarsi. Prima la papera imbarazzante di De Sanctis (non ha festeggiato al meglio il rinnovo con la Roma di un altro anno): una cosa che farà festeggiare la Gialappa's Band e dopo solo un quarto d'ora di gioco. Poi il secondo gol incassato grazie a una bambola collettiva, prima del secondo giallo di De Rossi che ha lasciato la squadra in dieci per un tempo intero. Insomma di tutto e di più per una Roma che ha avuto sempre la palla tra i piedi, ma è riuscita a capitalizzare solo in extremis evitando la prima sconfitta casalinga stagionale a tempo scaduto.
SCELTE ED ERRORI DI GARCIA - Pre-tattica spudorata: Garcia pensa alla Champions eccome. Dentro Florenzi al posto di Maicon, Strootman nove mesi dopo l'infortunio torna titolare e si piazza davanti alla difesa in coppia con De Rossi per un 4-2-3-1 che vede Destro terminale offensivo e Pjanic muoversi tra Iturbe e Ljajic: Totti e Gervinho in panchina. Ed è proprio questo il primo errore, pensare che questa Roma possa fare a meno, in questo momento, di giocatori così. L'altro è stato non capire che in questo momento forse De Rossi avrebbe meritato un turno di riposo. Le note vicende extrasportive hanno probabilmente toccato il centrocampista giallorosso (e ci mancherebbe altro, sarebbe successo a chiunque) e vista l'abbondanza in quella zona del campo, far giocare Keita dal primo minuto non avrebbe cambiato granché. Infine Strootman: vederlo così fa tristezza, meglio dargli tutto il tempo del quale ha bisogno per tornare ad essere la «lavatrice» giallorossa.
I DANNI DELLA CHAMPIONS - L'anticipo, così come per la Juventus, conferma quanto male faccia l'impegno europeo per le squadre italiane. Per la Roma poi è una sentenza visto che prima di ogni partita di Champions la squadra di Garcia ha sempre sbagliato. Insomma un classico a dimostrazione di come, per essere ai massimi livelli su tutte le competizioni, servano rose extralarge: in tutti i reparti. Eppoi, anche magari non palesemente, gli allenatori sentono la pressione e, pre-tattica a parte, si fanno condizionare e rischiano di sbagliare: esattamente come successo ieri sera a Garcia, ma si potrebbe dire lo stesso per Allegri.
LA PARTITA A SENSO UNICO- Quando arriva all'Olimpico il Sassuolo, contro l'unica antagonista della Juventus, la seconda (per molti prima) forza del campionato, il risultato potrebbe sembrare anche scontato. Così non è stato nonostante il possesso palla dimostri come il pallino del gioco è sempre stato nelle mani della Roma (5.48 minuti degli ospiti contro 19.27 dei padroni di casa nel solo primo tempo). Però poi, quando pronti via ti presenti con la paperona di De Sanctis, poi incassi il 2-0 bellissimo firmato ancora da Zazza e la palla del 3-0 salvata miracolosamente prima da Holebas, poi dall'unico intervento della serata del portiere giallorosso: le cose rischiano di mettersi male. Insomma, tutt'altro che scontato portar via i tre punti per una Roma2 molto diversa dalla Roma1 e che alla fine accoglie questo pareggio come manna dal cielo. E ora il City, partita da dentro o fuori, per vincere la quale servirà la Roma migliore... e dall'inizio.