La penna degli Altri 09/12/2014 09:26

Roma, notti magiche. Quelle grandi imprese da ripetere domani

TOTTI PJANIC FINE PARTITA ROMA INTER 301114 MANCINI

GASPORT (A. PUGLIESE) - Servirà una vittoria, grande o piccola che sia. Per essere sicuri del passaggio del turno, della conquista degli ottavi di finale e dell’in gresso tra le prime 16 d’Europa, che dopo 4 stagioni di assenza dalla e con quel girone lì uscito dall’urna di Nyon sarebbe comunque un grande traguardo. Anche se, a conti fatti, potrebbe servire an­ che meno, magari un pareggio per 0-­0 (se il Cska non farà il colpaccio a Monaco) o anche un pari pirotecnico, magari 4-­4, in caso di arrivo multiplo a 6 punti (Roma, e Mosca). Ma per­ ché stare lì a spaccarsi la testa con i calcoli quando con una vit­ toria ci sarebbe subito spazio per lo champagne? Ecco, domani sera la Roma potrà scrivere una delle pagine più belle della sua storia. Fatta in di ferite laceranti, ma anche di grandi vittorie. Proprio come quella che sognano ora i 60mila dell’Olimpico.

LA LEGGE DEL TRE Le prime vit­torie nel cuore di ogni tifoso ro­manista sono ovviamente quel­le della vecchia Coppa Campio­ni, quando nell’Olimpico di al­lora la squadra di Liedholm costruì il cammino verso la sfor­tunata finale persa ai rigori con il Liverpool. La famosa legge del tre , con il 3-­0 rifilato prima al Goteborg, poi alla Dinamo Ber­lino ed infine al Dundee United, nella semifinale di ritorno. Quella fu una vera impresa, con la doppietta di Pruzzo ed il gol di Di Bartolomei. Nonostante la famosa valigetta mai arrivata a Vautrot ed i due gol annullati. Alla fine, negli spogliatoi i gio­catori della Roma accerchiaro­no McLean, tecnico degli scoz­zesi, sfiorando la rissa. «All’an­data ci aveva chiamato bastar­di, gli risposi per le rime», ricorderà poi Sebino Nela.

COPPA CON LE ORECCHIE Poi la Roma nel 2001 sbarca nella , con l’esor­dio non fortunato (1-­2) con il Real Madrid l’11 settembre, nel giorno nero delle Torri Gemel­le. Da lì, però, la Roma in casa vivrà pagine bellissime e scon­fitte traumatiche. Tra le vittorie storiche, però, ce ne sono alcune che hanno lasciato il segno: come quel 2-­1 al Real Madrid nel 2007-­08 che aprì le danze per il pass ai quarti di finale. Poi la vittoria per 3­-0 con il Barcel­lona e il 2-­1 con il Manchester United, andata dei quarti di fi­nale del 2006­-07: apre Taddei, pareggia Rooney, segna Vuci­nic. La Roma sogna, fino al 7-­1 del ritorno, la ferita più laceran­te della storia della giallorossa, molto di più del re­cente 1­-7 con il Bayern. Quella Roma si vedeva già in semifinale, ma si svegliò all’inferno. Pro­prio dove due stagioni dopo spedì il Chelsea di Scolari, con un 3-­1 che segnò il ritorno ad alti livelli dei giallorossi in Eu­ropa. Dove vuole tornare ora, bissando l’ultima grande vitto­ria casalinga, quel 3­-2 al Bayern di quattro anni fa in rimonta. Domani sera basterà anche di meno, magari un 1-­0 striminzi­to. Ma, nel caso, sarà lo stesso una grandissima vittoria.