La penna degli Altri 15/12/2014 08:13
Preziosi la spara grossa
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Quando uno si abitua a fare certi Giochi poco Preziosi, pensa che il mondo attorno si muova allo stesso modo. Sorprende fino a un certo punto, quindi, sentire Enrico Preziosi parlare così dopo la sconfitta bruciante del Genoa: «A Roma stanno succedendo troppe cose, non vorrei fosse coinvolto anche il calcio... ». La classica pietra lanciata nello stagno, tanto per far casino, per accaparrarsi la simpatia dei suoi tifosi a cui ne ha fatte passare tante, per nascondere gli errori della squadra. Il presidente mischia Mafia Capitale con una partita di calcio, molto nervosa sì, ma finita come doveva finire. «Mi spiace per l'arroganza di certi arbitri, Banti per noi è una iattura». Sapesse per la Roma... «Non sa gestire le gare - aggiunge Preziosi nella sua invettiva - innervosisce molto il pubblico. La rete annullata? Non so se ci fosse fuorigioco». Lo sa: c’era. «Ma so che questa decisione è stata molto dubbia, per cui mi dispiace».
E a noi dispiace dover riassumere i «Giochi» di Preziosi nel calcio. Dopo aver lasciato il Saronno in cattive acque, ha preso il Como nel 1997, su suggerimento di Silvio Berlusconi, ed è stato indagato per bancarotta fraudolenta visto che il Como ha fatto la stessa fine del Saronno: fallito. Preziosi ha trascorso qualche giorno in carcere per poi patteggiare una condanna a un anno e 11 mesi di carcere (pena sospesa). Quindi nel 2003 è ripartito da Genova ed è stato accusato dalla Procura federale di aver mantenuto il controllo occulto del Como anche dopo aver acquistato il Grifone.
Alla guida dei rossoblù ha ottenuto la promozione in serie A nel 2005 ma la festa è durata poco. Preziosi aveva chiuso in una busta gialla 250mila euro per comprare la partita vinta contro il Venezia l’11 giugno 2005: il soldi furono trovati nelle tasche del dg veneziano Paolo Pagliara. Il Genoa è stato retrocesso in serie C1 dalla giustizia sportiva che ha squalificato per 5 anni Preziosi con proposta di radiazione da cui si è salvato. La giustizia ordinaria gli ha invece inflitto una condanna a 4 mesi per frode sportiva (prima volta in Italia) con la sanzione accessoria del Daspo che il presidente ha violatp presentandosi allo stadio. A seguito dell'annullamento della condanna disposto dalla Cassazione, il caso è stato rinviato ad altra sezione della Corte d'appello di Genova che ha ripristinato la condanna. Finita? No. Di nuovo indagato, a Cremona e Genova, rispettivamente nel 2012 e nel 2013: i pm gli contestano il mancato versamento di 8 milioni di euro Iva. In più l’inibizione di 6 mesi per aver trattato la vendita di Milito all’Inter mentre era sotto sospensione.
Per le frasi di ieri rischia un nuovo deferimento per la violazione dell’articolo 1 del CGS in relazione all’articolo 5, avendo messo in dubbio la regolarità del campionato. I rapporti con Sabatini sono ottimi, come dimostra l’abbraccio in tribuna nel pre-partita, ma la Roma ha dovuto rispondergli per bocca del dg Baldissoni: «Dichiarazioni un po’ sciocche che non meritano un commento, sono sicuro che gli siano sfuggite per l’amarezza della sconfitta. La frustrazione può far uscire qualche sconsiderata osservazione». Però poi, in un Paese serio, si pagano le conseguenze.