La penna degli Altri 02/12/2014 08:50
Marino giura: "Venerdì votiamo lo stadio"
GASPORT (A. CATAPANO) - Oggi no, dopodomani forse, venerdì sicuramente! Non tragga in inganno l’ordine dei lavori calendarizzato dalla Conferenza dei capi gruppo di ieri: è vero, il proget to Tor di Valle è slittato al 7° posto, ha sei interventi urbanistici davanti (ne sono subentrati un paio cronologicamente antecedenti), perciò oggi non se ne parla. Ma giovedì può iniziare la discussione e se non verrà travolta da una valanga di emendamenti la delibera potràesse re votata il giorno dopo, nel corso di una seduta supplementare (o, al più tardi, tra una settimana). Certo, ammesso che siano tutti disposti a convocarla (sicuri?) e che fili tutto liscio (sarebbe una novità). Ieri il sindaco Marino, intercettato all’inaugurazione della Casa della Salute di Trionfale, si è esposto, ancora una volta: «Contiamo di votare la delibera sullo stadio entro venerdì. Dobbiamo farcela».
CHE FA IL PD? - Ma il suo partito è d’accordo? In questo senso la retrocessione al 7° posto dell’ordine dei lavori è un po’ sospetta. «E invece — ribatte il capogrup po Pd Fabrizio Panecaldo — non c’è nulla di sospetto: abbiamo scelto di rispettare un ordine cronologico, inserendo prima dello stadio un paio di delibere urbanistiche attese da tempo dai cittadini. Noi governiamo per Pallotta e il signor Mario Rossi, non solo per il presidente della Roma». Chiaro. Come l’atteggiamento che avranno i quattro consiglieri del M5S, pronti a presentare una sfilza di emendamenti in aula e un esposto in Procura, per i quali «lo stadio rappresenta solo il 10% di un’enorme speculazione edilizia».
INCERTEZZA - Ci sarà da discutere. Il parere dell’assemblea capitolina potrebbe arrivare nei giorni in cui Pallotta è a Roma. Di sicuro, lui e Marino hanno fissato un nuovo appuntamento in cui il presidente romanista chiederà spiegazioni del clima di incertezza che continua a circondare il progetto firmato con Parnasi. Anche se, passato in denne dall’aula Giulio Cesare, lo stadio di Tor di Valle finirà nelle mani (o nelle grinfie?) della Regione. E Zingaretti non ha ancora detto una parola