La penna degli Altri 17/12/2014 08:10
Garcia squalificato da uno steward
IL TEMPO (A. AUSTINI) - In patria, per il terzo anno consecutivo, viene eletto miglior allenatore francese. In Italia il giudice sportivo lo tratta come un pugile senza mira: il giorno del paradosso di Rudi Garcia. Gianpaolo Tosel ha colpito ancora, insieme ai suoi collaboratori. Dopo aver inventato la «legge Destro» per la prova tv, ieri il giudice ha cambiato per sempre la vita degli steward italiani. Stando alla sentenza senza precedenti, la parola di un addetto alla sicurezza, pagato dai club, quasi sempre tifoso del club stesso, ma non un tesserato, vale come quella di un arbitro.
A fare giurisprudenza è di nuovo la Roma. Stavolta paga il suo allenatore, squalificato per due turni per «condotta aggressiva e intimidatoria» sulla base della seguente deposizione del coordinatore degli steward del Genoa: «Al termine della gara mentre insieme ai miei collaboratori tiravo fuori il tunnel di protezione dell’ingresso spogliatoi, venivo aggredito dal tecnico della Roma Rudi Garcia il quale strattonandomi provava a tirarmi uno schiaffo verso il viso, che schivavo senza essere colpito. Contemporaneamente - racconta l’addetto - un signore con addosso la tuta della Roma a me ignoto strattonava me ed un mio collaboratore, attingendoci anche con uno sputo che colpiva me stesso all’altezza del viso».
Prove? Nessuna. Dall’unico video disponibile si vede solo Garcia entrare nel tunnel che porta agli spogliatoi piuttosto infuriato: dagli spalti stava piovendo di tutto, compresa una bottiglia piena addosso a Strootman. All’interno Rudi si lamenta, urla: «Non ci state proteggendo, sbrigatevi». E scoppia il parapiglia. Nessuno dei sei arbitri vede niente, tantomeno i tre ispettori della Figc presenti a Marassi. Ma al giudice basta che la versione sia confermata da altri due steward in servizio. E non richiede approfondimenti come si fa di solito con le testimonianze «de relato».
Poi interviene il diggì Baldissoni che si rifiuta di consegnare agli ispettori federali i tesserini di riconoscimento di giocatori e uomini dello staff per identificare l’autore del presunto sputo. Ecco perché oltre al danno, la Roma paga 20mila euro di una multa che sa tanto di beffa se si pensa che Tosel impone al Genoa, peraltro all’oscuro della denuncia inoltrata dai suoi steward, di pagare appena 10mila euro in più per il lancio di bottigliette, monete, accendini e così via verso i romanisti e gli arbitri.
Non finisce qui. Oltre ad Astori e Pjanic, sabato contro il Milan la Roma non avrà a disposizione Holebas, fermato per un turno a causa del dito medio mostrato ai tifosi genoani. Poco prima il greco si era preso un calcione gratuito da Perotti, punito con tre giornate (più uno per l’ammonizione) attraverso la prova tv. Il sospetto del club giallorosso, però, è che anche Holebas sia stato sospeso dopo la visione di un video (e sarebbe contro le regole), con tanto di supplemento alla relazione firmato dal vice procuratore federale Marco Squiqquero visto che gli ispettori presenti non avevano scritto nulla nel referto.
La Roma attende di leggere oggi le carte, ha già deciso di presentare ricorso d’urgenza contro la squalifica di Garcia e valuterà il da farsi su Holebas. A Trigoria, dove negli ultimi anni ne hanno sopportate tante, vige un forte sentimento di ingiustizia. Garcia teme un danno d’immagine e intende denunciare lo steward in sede penale per diffamazione e calunnia: può farlo senza violare la clausola compromissoria, non trattandosi di un tesserato. La Roma farà altrettanto e chiederà, inoltre, l’apertura di un’indagine su Tosel che, ancora una volta, ha anticipato la sentenza di un giorno a mezzo stampa. «Noi siamo per la collaborazione - spiega Baldissoni - ma se per difenderci sarà necessaria la clava, dimostreremo di saperla usare».
Anche Allegri si becca la squalifica - ma di un turno - per aver insultato gli arbitri al termine della gara tra Juve (che farà ricorso) e Samp. Al diesse bianconero Paratici solo un’ammonizione con diffida, a Nedved, che era accanto a lui a urlare, niente. Evviva l’ingiustizia sportiva.