La penna degli Altri 18/12/2014 08:17
Garcia infuriato: «È un’ingiustizia»
IL TEMPO (A. SERAFINI) - Annunciata dalla Roma, impugnata da Garcia. Usare la «clava» come posizione dura era l'unica soluzione possibile per il tecnico giallorosso, squalificato per due giornate dal Giudice Sportivo Tosel dopo gli accadimenti nel post partita di Genova. L'accusa di tentata aggressione (uno schiaffo finito a vuoto) lanciata da uno steward in servizio domenica a Marassi è stata ritenuta inconcepibile dal francese, adirato per il danno d'immagine creato da un episodio che, ora dopo ora, nessuno dei presenti all'interno del tunnel prima degli spogliatoi conferma di aver visto. Tanto che Garcia ha voluto rompere il silenzio con una sorta di comunicato, pubblicato in serata anche su Twitter: «Mi batterò con ogni mezzo a mia disposizione per difendermi da questa ingiustizia e da queste menzogne. Tutta la mia carriera di calciatore, educatore e allenatore testimonia un comportamento esemplare che non e’ mai venuto meno. Non accetterò che si cerchi di infangarmi attribuendomi gesti aggressivi che non ho commesso, che deploro e che sono contrari alla mia educazione». Lo farà intanto attraverso il suo legale di fiducia, a cui è stato dato il mandato di denunciare lo steward in sede penale per diffamazione e calunnia: fatto che ha suscitato malumori anche all'interno del club rossoblù, infastidito dal comportamento del proprio dipendente.
A Trigoria auspicano infatti che lo steward possa fare marcia indietro e ritrattare, soprattutto dopo l'opera di mediazione già avanzata dal presidente Preziosi. Registrata anche la posizione del presidente del Coni, Malagò: «Ho una mia opinione, purtroppo, però, pubblicamente non la posso esprimere. Certo ci sono delle cose che fanno riflettere». Il prossimo appuntamento è fissato per domani intorno alle 14.45 quando Garcia si presenterà di fronte al Tribunale Federale Nazionale per discutere il ricorso. La Roma chiederà la cancellazione delle due giornate e in caso di risposta negativa un supplemento di indagini, che porterebbe ad una sospensiva del provvedimento rimandando gli incartamenti sulle scrivanie della Procura Federale.
Non è poi finita qui. Nella giornata di ieri a Trigoria sono arrivati gli incartamenti riguardanti anche il turno di squalifica comminato ad Holebas, reo di aver mostrato il dito medio ai tifosi genoani al termine della gara. Oltre al fatto di mostrare la disparità di giudizio utilizzata nel recente passato con Balotelli, punito con un'ammenda e non con la squalifica nel febbraio 2013 dopo essersi reso protagonista in egual modo di un «gesto insultante», la Roma proverà a dimostrare che la sanzione è stata applicata nonostante un errore procedurale commesso dalla Giustizia Sportiva. Infatti il gesto del terzino greco non è stato visto né segnalato dagli ufficiali di gara e dagli ispettori federali presenti sul campo, ma comunicato a Tosel dal vice Procuratore Federale Marco Squicquero, che ha spedito via fax al Giudice Sportivo l'immagine incriminata. Iter che viene definito come un «modus operandi» spesso utilizzato come supplemento d'indagini, non viene però menzionato nel codice di Giustizia Sportiva. In pratica, se non è stato segnalato sin da subito sul referto non può essere inserito successivamente applicando la prova tv. Proprio su questo vizio di forma la Roma baserà la propria difesa.
Sarà praticamente obbligata intanto, quella che sabato scenderà in campo con il Milan. Priva di Astori e dello stesso Holebas, Garcia è pronto a rispolverare Torosidis, preferito sulla corsia di sinistra rispetto a Cole. Con Pjanic squalificato, scelte obbligate anche a centrocampo, affidato al terzetto De Rossi-Nainggolan- Keita, mentre in attacco oltre ai confermati Totti e Gervinho, si apre il ballottaggio per l'ultimo posto disponibile tra Iturbe e Ljajic.