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La penna degli Altri 03/12/2014 08:20

Castan si opera, Roma in ansia

Castan

IL TEMPO (A. SERAFINI, E. MENGHI) - È arrivato il giorno del «tackle» più importante. La sveglia di suonerà all’alba, l’intervento neurochirurgico è fissato alle 8 di questa mattina e durerà circa tre ore, il tempo necessario per eliminare il cavernoma dalla testa del calciatore. L’operazione è considerata di routine, ma inevitabilmente delicata.

È richiesta precisione, l’esperto Giulio Maira è un luminare nel settore e opererà il brasiliano con l’aiuto di tre medici della sua equipe personale, presso la clinica Quisisana dei Parioli. è stato ricoverato ieri pomeriggio, ad accompagnarlo c’erano la moglie e uno dei due figli, ha svolto le analisi di routine e ha trascorso il resto del tempo d’attesa a rispondere ai messaggi e le chiamate di amici, compagni e parenti. I «colleghi» romanisti hanno preferito lasciarlo tranquillo e passeranno presto a trovarlo. Voleva incoraggiarlo di persona l’ex Dodò, con il quale Leandro aveva legato particolarmente, ma non è riuscito a organizzare un blitz nella Capitale. Il connazionale ora all’Inter era nella capitale domenica per la partita, ma è dovuto risalire a Milano per allenarsi già da lunedì con la squadra.

Il diesse è passato in clinica per un saluto in serata, è sbarcato da poco sui social network ma li sa già usare per buone cause: «In bocca al lupo al gigante della nostra difesa», il messaggio postato su . Difficilmente oggi l’atmosfera di serenità verrà turbata da visite particolari, anche perché si sposterà in terapia intensiva dopo l’operazione: è un passaggio obbligato per gli interventi cerebrali. Nel giro di cinque-sei giorni «Leo» dovrebbe essere dimesso dalla riservata clinica dei Parioli, ma molto dipenderà dal decorso post-operatorio. Il comunicato ufficiale della Roma è atteso per l’ora di pranzo, i tempi di recupero resteranno probabilmente tabù perché ci sono molti fattori di cui tener conto. Sei mesi è la prassi quando c’è di mezzo la testa, se non altro per via precauzionale, ma a fare la differenza può essere la quantità di coraggio del paziente. non è diventato «il guerriero» per caso e la sua temerarietà potrebbe favorire il recupero.

Il neurochirurgo lo monitorerà da vicino e, solo quando il brasiliano sarà in grado di colpire di nuovo il pallone di testa, scriverà la relazione che garantirà il successivo ok alla visita di idoneità. L’ipotesi che accada a stagione già finita c’è, ma certe battaglie è importante vincerle, quando è solo un dettaglio.

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