La penna degli Altri 04/11/2014 10:06
Sulla questione stadio Lotito punge Pallotta: "Serve par condicio"
LA REPUBBLICA (G. CARDONE/M. ERCOLE) - Lo “Stadio delle Aquile”, al momento, resta solo un intrigante progetto. La nuova casa della Lazio, quella che Lotito auspicò di creare già dieci anni fa quando rilevò il club sull'orlo del fallimento: tra permessi, leggi, terreni e labirinti
burocratici, tutto ancora è in sospeso. Anzi, non è proprio mai partito. E intanto sull’altra sponda del Tevere la proprietà americana è riuscita nel giro di poco tempo a ottenere gli ok per la costruzione del nuovo stadio: «Sono l’antesignano di questo tipo di progetto, ma mi sono state tarpate le ali per alcuni vincoli. Ora sono proprio curioso di vedere cosa succederà con la Roma, visto che la zona dove ha intenzione di edificare si trova in una condizione peggiore della mia proposta di dieci anni fa. Quei terreni erano un’ipotesi, che è ancora vera, distribuiti su ben 550 ettari: penso la più grande proprietà del Comune. Se quelli sono a rischio esondazione, figuriamoci nei posti dove costruirà la Roma che sono sulla sponda del Tevere. Ed è del tutto infondato che io voglia sfruttare i terreni sulla Tiberina, non ho neanche scelto la location». Ci sarebbe, infatti, pure il discorso relativo alla zona di Prima Porta, all’altezza dei resti della villa di Livia. Solo ipotesi al momento. Lotito aspetta di vedere cosa succederà con la Roma prima di compiere il prossimo passo: «Guardiamo cosa succede. Vediamo se ci sarà parità di trattamento».