La penna degli Altri 13/11/2014 08:21

Rudi in cattedra: «Roma con lode»

RUDI GARCIA PREMIAZIONE 2 121114 MANCINI

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - «Vinca il migliore? Ciò, spérémo de no». Nella battuta di Nereo Rocco, ricordata ieri da Gianni Rivera, – premiato con il riconoscimento “Etica nello Sport Tor Vergata” - trova l’aggancio ideale per rilanciare la sfida alla : «Il Paron diceva di no, io invece spero di sì perché i migliori siamo noi». Il tecnico francese non arretra dunque di un passo. Quella convinzione pronunciata per la prima volta alla vigilia di Roma-Chievo («A Torino ho capito che vinceremo lo scudetto») e ribadita cinque giorni fa («Se sono ancora sicuro che arriveremo primi? Certamente, non dico cose all’aria») è destinata a diventare la stella cometa della stagione giallorossa. Vincere è la parola d’ordine a Trigoria. Con una differenza: «In Italia stiamo diventando grandi, in Europa siamo ancora piccoli. Nessuna stagione è un fiume tranquillo ma io resto sereno». E questo nonostante i tre punti di svantaggio in classifica («-Roma? E’ stata una gara particolare, per certi versi l'ho cancellata, per altri no perché proprio quel giorno abbiamo dimostrato di essere all'altezza, di valere il primo posto») e il doppio confronto con il Bayern che inevitabilmente ha lasciato qualche scoria: «Il ritorno a Monaco? Era un momento da gestire ed era giusto adattarsi. E' stato un atto di umiltà riconoscere che c'è qualcuno più forte di noi. Roma non è stata costruita in un giorno e questo vale anche per la mia squadra che però adoro. I miei calciatori li amo, non potrei allenare i giocatori senza amarli, uno per uno».

L’ATTESA - Aspettando Rudi, l’Aula Magna della facoltà di Economia di Tor Vergata è già stracolma mezz’ora prima dell’evento. Dallo studente che si è concesso una pausa («Tanto l’esame ce l’ho tra due mesi») al professore che per non tradire la fede giallorossa afferma di esser rimasto «semplicemente per curiosità», tra gli altri si trovano anche la madre che ne ha approfittato per portare il ragazzino dodicenne («Me lo ha consigliato mio figlio maggiore che studia qui») e l’amico dell’amico che in queste occasioni non manca mai e non poteva di certo perdersi «er Corsaro Nero», soprannome coniato per il look all black utilizzato normalmente dal tecnico. Mondo variegato che ha in comune la voglia di strappare uno scatto fotografico a . Alle 14,34, appena l’allenatore entra in aula, si alza l’urlo «Rudi, Rudi», seguito poi dal coro «Vinceremo il tricolor». Il tecnico, visibilmente sorpreso, ringrazia alzando il braccio. Un altro boato. L’entusiasmo è tale che dal palco si ricorda ai presenti «che siamo all’Università, aiutateci a svolgere la manifestazione. Poi domenica andate allo stadio e fate come volete». Il richiamo all’ordine dura poco ma quanto basta per dare il via alle domande degli studenti.

L'OVAZIONE - Quella (inevitabile) su arriva subito. non aspettava altro. In modo teatrale prende tempo per replicare. Poi da sotto il tavolo tira fuori lentamente, abbinandoci uno sguardo furbetto, la maglia del capitano (da regalare alla giuria). Ne segue un nuovo boato della platea entusiasta e la risposta divertita del tecnico: «Francesco è un giocatore fantastico che ha sempre voglia di giocare tutta la partita (e giù risate, in riferimento alla sostituzione con il Torino, ndc). Ma è fantastico anche l'uomo. La prima cosa che gli ho detto quando sono arrivato a Roma è stata: 'Mi piacerebbe vincere qualcosa con te'. Lo penso ancora». Dopo un'uscita sull'altra metà del pallone («Credo che ogni club dovrebbe avere una squadra femminile») un pensiero lo regala anche al momento del Paese: «Il periodo che viviamo non è facile ma agli studenti dico che il futuro siete voi ragazzi, prendetevi cura del prossimo e del pianeta». Passerella finale sugli stadi: «Non ho ricette. Posso solamente indicare delle strade: quella inglese per la gestione delle tribune e quella tedesca sull’impiantisca». Per lo scudetto invece ripassare a maggio.