La penna degli Altri 26/11/2014 12:35
Il punto del mercoledì – Mura, Schianchi, Barigelli
Ieri sera, contro il Cska, la Roma si è vista sfumare una vittoria fondamentale a 15 secondi dalla fine. La squadra di Rudi Garcia ha pagato duramente un gioco troppo remissivo e di contenimento del secondo tempo rispetto alla buona prestazione del primo. Nelle ultime giornate, quasi in concomitanza della dilagante emergenza infortuni, la Roma è accusata di aver perso brillantezza e sicurezza. L'imperativo categorico, ora, è pensare al campionato in attesa del 10 dicembre, giorno dello scontro diretto contro il Manchester City in cui i giallorossi potranno ottenere il passaggio agli ottavi superando gli inglesi tra le mura amiche dell'Olimpico.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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LA REPUBBLICA – G. MURA
Pochi secondi alla fine, Roma avanti, qualificazione che sembra vicina. Palla persa da Strootman in attacco, ultimo assalto del Cska. E pareggio assurdo, su uno tirocross del russo dai piedi più scarsi. Ora si parla di beffa, e in parte lo è. Ma la Roma ha le sue responsabilità nell’aver rimesso al mondo gli avversari con una condotta assai diversa rispetto al primo tempo, giocato con lucidità. Certo non è facile giocare in uno stadio vuoto, sotto zero. E il Cska non fa i regali dell’andata, non concede spazio a Gervinho. O forse Gervinho è la controfigura dell’andata.
LA GAZZETTA DELLO SPORT - A. SCHIANCHI
Il Giorno delle Beffe. Non ce ne va bene una, da qualunque parte si guardi la scena: prima la Roma viene raggiunta dal Cska Mosca a un soffio dal traguardo, quando Totti è già pronto con le braccia alzate a festeggiare per una qualificazione più vicina, poi il Manchester City ribalta il risultato in un finale che, per carità sportiva, definiremmo semplicemente «pirotecnico». Il Kun Aguero entra nella difesa del Bayern Monaco con impressionante facilità. Fosse ancora al mondo il senatore Andreotti, grande tifoso romanista, direbbe che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca... Non volendo scendere sul piano dei sospetti, che tanto piace agli italiani, limitiamoci a constatare due cosucce: 1) la Roma si fa male da sola perché arretra troppo nella ripresa e perché butta via il pallone a pochi secondi dalla fine, quando potrebbe gestirlo con maggiore saggezza; 2) il futuro è ancora nelle mani dei giallorossi: se battono il Manchester City superano il turno. E non è poco, a un giro dall’arrivo, essere padroni di quello che accadrà.
A questo punto non conta rivedere gli errori di Mosca, capire di chi è stata la colpa (dei difensori che non si sono «alzati», del portiere o di chissà chi...), inutile soffermarsi sulle responsabilità dei singoli: l’importante è ricaricare in fretta le batterie e presentarsi tirati a lucido allo scontro decisivo contro gli inglesi. La Roma avrà uno stadio a spingerla, una città intera. Azzardiamo: tutta l’Italia griderà «Forza Roma», pensando al ranking Uefa che ormai ci preoccupa perlomeno quanto lo spread. Più squadre portiamo oltre la fase a gironi e più speranze avremo di rifarci una verginità a livello europeo, senza pensare ovviamente di aver risolto tutti i nostri problemi. Non siamo più una potenza calcistica, e questo lo abbiamo capito da tempo, e per questa ragione dobbiamo difendere con i denti, a uomo, a zona o a zona mista (fate un po’ voi...), con le buone e anche con le cattive, quel piccolo posticino che ci siamo ritagliati nel panorama continentale. (...)
IL CORRIERE DELLO SPORT - S. BARIGELLI
Ci sono tutti i peccati di questa Roma nel secondo tempo e nei secondi finali che hanno regalato il pari al Cska: presunzione e paura. La presunzione di Garcia nell'inventare il cambio rischioso tra Nainggolan e Strootman. La paura che ha congelato la squadra nei secondi quarantacinque minuti, dopo aver comandato nei primi. La Roma ha dato ancora una volta l'impressione di non essersi completamente liberata dallo choc del 7-1 (...)
Garcia di questi peccati ha la maggior parte della responsabilità, a Mosca come contro il Bayern. (...) E' giusto aver scelto di affrontare le avversarie senza timori, ma non ha senso fare regali. Le grandi squadre sanno stare su quel crinale che separa la consapevolezza della propria forza dalla presunzione. (...) I giallorossi a Manchester hanno dimostrato di portecela fare: eliminare gli inglesi all'Olimpico il 10 dicembre è assolutamente alla loro portata. Non c'è occasione migliore per liberarsi in novanta minuti dalla paura, per tornare la squadra brillante che tutti hanno imparato a conoscere. Giocando senza aggrapparsi a calcoli, come sanno fare i vincenti. Senza cadere nella presunzione, come spesso capita ai perdenti.