La penna degli Altri 03/11/2014 08:06
Gli infortuni non finiscono mai e le gambe non reggono
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Roma in affanno. Lo stato fisico della squadra e l’alto numero degli infortunati di natura muscolare sono all’origine dell’appannamento del gruppo di Garcia. Sia il k.o. con il Napoli che il successo di tre giorni prima con il Cesena, hanno mostrato una squadra monoritmo, compassata, aggrappata esclusivamente alle accelerazioni di Gervinho che (eccezion fatta per il primo gol ai romagnoli con l’assist a Destro) non sono invece arrivate. E se con la squadra di Bisoli era bastata la rete in avvio per controllare su ritmi soporiferi la partita, forti anche della qualità della mediana (74% di possesso palla) e della poca consistenza degli avversari, sabato Insigne e compagni sembravano viaggiare a velocità doppia. Anche Garcia, a domanda diretta nel post-gara del San Paolo, è sembrato essere sul punto di ammetterlo («Bisogna capire se è più un calo fisico o mentale…») per poi negarlo: «Ma se la squadra fa un secondo tempo così, significa che non è fisico». E’ chiaro che l’allenatore continua a difendere l’operato del suo staff. Meno diplomatico invece il d.s. Sabatini: «Stiamo soffrendo anche per via dei molti infortuni, la tassa da pagare è arrivata. E’ un momento molto delicato. Bisogna riflettere, tutti». Tutti.
MALEDIZIONE MUSCOLARE - A Trigoria della lunga serie di infortuni di natura muscolare e della squadra che sembra correre meno rispetto al passato, nessuno ne parla volentieri. Qualche perplessità era nata già in estate quando la preparazione negli Usa, non aveva potuto non risentire dei numerosi spostamenti effettuati in territorio americano. E se è vero che «il calcio dei ritiri a Norcia, fatti di 30 giorni di corse senza pallone non esiste più» (Sabatini dixit), è anche vero che per il secondo anno consecutivo la Roma ha annullato il Capodanno negli States (in tournée andrà la Primavera). Segnale evidente di come Garcia preferisca rimanere a Roma e preparare al meglio la ripresa del campionato. Ora, se il dato riguardante il fatto che la squadra corra meno rispetto al passato è opinabile a seconda dell’osservatore, sul problema degli infortunati basta non discostarsi dalla cronaca. Tralasciando i k.o. di origine traumatica (Astori e Maicon), con l’ultimo stop dell’ex difensore cagliaritano (lesione primo grado bicipite femorale sinistro) e senza voler considerare il problema accusato alla vigilia del match di sabato da De Rossi (affaticamento all’adduttore) e quello avuto al polpaccio da Ljajic nella pausa del campionato prima della ripresa contro il Chievo, il numero degli infortuni muscolari è salito a quota 12: Benatia in ritiro, non due ma tre volte Castan (per ammissione del brasiliano nell’intervista concessa a Roma Tv), Iturbe, Borriello, Uçan, De Sanctis, De Rossi, Holebas, Keita e appunto Astori. La presenza della Champions spiega in parte l’aumento dei contrattempi fisici della squadra. A Trigoria si continua a far quadrato sull’operato del nuovo preparatore atletico Paolo Rongoni ma le diverse riunioni intercorse nelle ultime settimane sul tema, sono l’indizio che qualcosa non convince. Qualche mugugno sull'eccessivo lavoro sulla forza o sul fatto che anche nei giorni di “scarico” si lavori in palestra, è noto alla dirigenza. Nessuna caccia alle streghe, sia chiaro, ma come ha rimarcato Sabatini «è un momento delicato e bisogna riflettere, tutti». Nessuno escluso.