La penna degli Altri 15/10/2014 09:36
Quando i gol non bastano
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Lo compra la Roma e diventa il colpo dell’estate? Si rompe il menisco e ci mette un anno a recuperare. Segna la prima tripletta in carriera a Cagliari? Il Giudice Sportivo stravolge la regola della prova tv e gli dà quattro giornate di squalifica. Entra fra i pre-convocati del Mondiale? Prandelli lo fa fuori all’ultimo e lo accusa di aver rifiutato il ruolo di riserva. Si sposa? Neanche il tempo di godersi la prima notte di nozze e deve mettersi in macchina alle 6 per rispondere alla chiamata del sergente Conte. Quanto è crudele il destino con Mattia Destro, al netto della fortuna di possedere «un senso del gol fuori dal comune» come dice Sabatini. Ogni volta che fa un passo in avanti, è costretto a tornare indietro.
Prendiamo le ultime settimane: segna il gol della vita al Verona a fine settembre, poi a ottobre non fa altro che scaldare panchine se non fosse per gli amari 17 minuti giocati nel finale a Torino. Se Garcia ha un ottimo motivo che si chiama Francesco Totti, le scelte di Conte fanno discutere. Passi Immobile, passi pure Osvaldo, ma che Destro debba fare la riserva di Zaza, Giovinco e addirittura Pellè è tutto da dimostrare. Fatto sta che il nuovo ct lo ha convocato due volte su due e lo ha mandato in campo 17 minuti nell'amichevole con l’Olanda e 7 contro la Norvegia. Le sfide ad Azerbaigian e Malta le ha vissute da spettatore, ieri è tornato a Trigoria apparentemente sereno, non avendo saltato la «partita della vita». Destro fa spallucce e forse non dovrebbe. «Deve migliorare qualcosa del suo carattere»: Sabatini, che per qualche giorno ha pensato di venderlo e sostituirlo con Torres, di lui ha detto anche questo. E ne ha avuto la riprova quando ha visto Mattia sbraitare per una sostituzione nel finale di Roma-Cagliari.
Ancora il direttore sportivo ha colto il problema di fondo: «Sta vivendo una situazione equivoca perché altri giocatori lo stanno superando». Destro di facciata minimizza ma nel privato non può che domandarsi di continuo il perché nessun allenatore lo abbia ancora eletto a punto fermo della sua squadra.I numeri non gli mancano affatto. Al momento ha la migliore percentuale realizzativa fra gli attaccanti nell’anno solare, il 32.5% rispetto ai tentativi. Il suo score in giallorosso di 28 reti in 54 presenze vale ancora di più perché spesso è subentrato: nel campionato scorso era addirittura sul podio europeo delle punte con la miglior media-gol rispetto ai minuti giocati. Uno ogni 83 minuti per Destro, più cecchini di lui solo Messi (78.3 minuti) e il Kun Aguero (79.5). Meno male che sabato arriva il Chievo, la sua vittima preferita (6 centri) a cui ha segnato anche il suo primo gol in serie A con la maglia del Genoa. Garcia stavolta lo farà giocare, probabilmente dall’inizio. Tre giorni dopo col Bayern può essere il momento giusto per il tanto atteso esordio in Champions. Quella che finora ha visto solo dalla panchina. Strano, o no?