La penna degli Altri 31/10/2014 09:00
L’esempio della mamma di Ciro perché si arrivi alla pacificazione
CORSERA (F. CIPRIANI) - Domani si gioca Napoli Roma, ma non ci saranno i tifosi giallorossi. Questo divieto non convince, è un modo sbrigativo e semplicistico nell’affrontare il problema. Su questa partita da diversi giorni ci sono troppe dichiarazioni fuori luogo come «la Roma deve andare in aereo», «occorrono misure eccezionali per proteggere la squadra». Il risentimento di alcuni tifosi napoletani per l’uccisione di Ciro Esposito, sono convinto che non arriverà al punto di creare minacce alla Roma. Nella morte di Ciro c’è stata una serie di problemi e inefficienze: errori nella gestione dell’ordine pubblico, organizzazione sanitaria deficitaria e infine tifoseria romanista poco attenta a non denunciare tempestivamente la tragedia.
Cosa fare? I tifosi del Napoli, vivendo con la solita passione la sfida di domani, debbono sostenere con calore la squadra e non dare alla partita un significato diverso da quello sportivo. In questi mesi con l’avvio, da parte nostra, del gemellaggio tra Roma e Napoli su Facebook che ha registrato 523 iscrizioni abbiamo riscontrato la voglia di impegnarsi contro la violenza. Ci sono incoraggiamenti a non mollare. Tra i più solleciti quelli della signora Antonella Leardi. La mamma di Ciro, dopo la tragedia della perdita del figlio, non ha scelto di recitare un ruolo, ma ha dato subito testimonianza di ciò che aveva dentro, dei suoi valori, appunto. Ed è questa la strada che dobbiamo seguire. Bisogna solo organizzarci e al prossimo Roma-Napoli di aprile 2015 faremo il possibile per accogliere noi i tifosi del Napoli, d’intesa con le autorità preposte all’ordine pubblico. Inviteremo tutti i romanisti e i napoletani che vivono a Roma a collaborare per farla finita con la violenza e andare allo stadio serenamente per vedere una partita. Rivolgiamo anche un appello ai calciatori delle due squadre di favorire questo progetto.