La penna degli Altri 04/10/2014 19:41
Garcia avverte la Juve: "Giocheremo con fiducia e ambizione. Sfrutteremo i loro punti deboli"
ILTEMPO.IT (E. MENGHI) - Pareggiare con i campioni d’Inghilterra è servito per fare un passetto verso gli ottavi di Champions e dare una prova di forza fuori dai confini italiani. Battere i campioni d’Italia servirebbe a dettare le gerarchie all’interno di quei confini e potersi permettere di sognare davvero in grande. La Roma va a Torino con tante certezze da confermare contro la temuta Juventus, lì dove nel gennaio scorso i gol di Vidal, Bonucci e Vucinic destabilizzarono le convinzioni di una squadra sì forte, ma forse non abbastanza. «Questa è una nuova stagione e non bisogna tornare a parlare del passato – sottolinea Garcia in conferenza stampa –. Non serve a nulla tornare indietro, in primo luogo perché non possiamo cambiare nulla, poi perché la verità di ieri non è la verità di oggi. Siamo concentrati sul presente e il presente è domani. Tutti vogliono giocare questa gara, anche gli indisponibili, è normale. In una sfida di così alto livello i giocatori vorrebbero essere in campo, non in infermeria». Che resta piena, ma non può essere una scusante visto che con gli stessi uomini contati si è pareggiato a Manchester. «Il bello della gara di domani – annuncia Rudi – è che abbiamo sfidato prima i campioni di Russia e Inghilterra, domani sfidiamo i campioni d’Italia e poi quelli di Germania. Questo è fantastico. Noi facciamo questo mestiere per giocare partite del genere. Spero di giocare ogni settimana così. Faremo di tutto per giocare con fiducia e ambizione. Essere sotto di un gol col City e recuperare non è stato semplice. Non solo abbiamo pareggiato, ma abbiamo avuto anche la possibilità di vincere. Se abbiamo ancora bisogno di pensare che la Roma gioca sempre per vincere, forse questa è una parte di risposta. Ma ogni partita è differente. Giocheremo come abbiamo fatto martedì, con ambizione e per mettere in difficoltà la Juve, sapendo che sicuramente anche loro, come noi, hanno punti deboli e dobbiamo sfruttarli».
Garcia gioca a carte coperte, ma una piccola cosa la dice: «Forse la loro posizione è più alta in fase di non possesso rispetto allo scorso anno. Questo può aprire spazi interessanti per noi». Sarebbe la situazione di gioco ideale per giocatori come Gervinho e Iturbe. Rudi chiede ai suoi di rispondere all’aggressività dei bianconeri con lo stesso atteggiamento: «Loro sono forti sul piano fisico, ma noi siamo pronti a questo. Dobbiamo essere in grado di recuperare la palla e questo non si fa quando si mettono le scarpe da danza». Non è in punta di piedi che si arriva in vetta. Per ora il primo posto è condiviso e con un pareggio resterebbe tutto invariato, Garcia non sembra disdegnare il segno X, ma ci gira intorno: «Dipende dalla partita: se una squadra che merita di vincere poi pareggia è sempre deludente, se invece il punto è sofferto sarà positivo. Spero di vedere bel calcio, anche per l’Italia. Sarà una partita vista in tutto il mondo. Ci sono 3 punti in palio, nulla di più. Non si decide domani il campionato: se vinciamo non sarà chiuso, sarebbe una mancanza di rispetto per le altre squadre. Se sarà un vantaggio sul piano psicologico lo scopriremo dopo la sosta, quando avremo nuovamente la Champions. Voglio terminare questa serie di 7 partite nel migliore dei modi. Abbiamo fatto bene finora, ma non è finita, la serie finirà domani e faremo di tutto per finirla con un risultato positivo».
Il gap è stato ridotto grazie al mercato prestigioso della Roma, ma senza la prova del campo Garcia preferisce non sbilanciarsi: «Avremo la risposta solo a fine stagione. Loro sono i favoriti, è ovvio, l’ho già detto e non cambio idea. Quando una squadra non perde un giocatore ma ne prende altri 3 di qualità e ha vinto 3 scudetti di fila, non può non essere la favorita. Ma non vuol dire che non saremo in grado di dire la nostra». Il giocatore più temuto tra gli avversari è Tevez, perché «è il più decisivo, i numeri lo dimostrano, ma non possiamo fare un piano su un solo giocatore. La Juve è una squadra completa, ma non è imbattibile». Chissà se Pallotta ci aveva visto lungo quando a luglio disse: «Dobbiamo essere il nuovo Atletico Madrid». Domani potrà vederlo dal vivo.