La penna degli Altri 24/10/2014 12:05
Champions avara con Juve e Roma ma c'è la possibilità di rialzarsi
GASPORT (A. SACCHI) - Turno di Champions negativo per le italiane. La Juventus perde immeritatamente 1-0 con l’Olympiacos. Paga un primo tempo scialbo e la condizione non brillante di qualche giocatore. I bianconeri nel secondo tempo alzano il baricentro e, sfruttando anche il calo fisico dei greci, creano 4-5 palle-gol che non portano al pareggio sia a causa di Roberto, formidabile portiere, sia per la troppa precipitazione. Buono l’esordio di Morata, da recuperare la condizione di Pirlo e Vidal. Ora la Juve dovrà battere l’Olympiacos in casa e il Malmoe in trasferta, per poi vedersela con l’Atletico. Un percorso non semplice, ma alla portata dei bianconeri, che però devono sconfiggere storia e sfortuna. Potranno passare il turno soltanto ritrovando brillantezza e convinzione. In bocca al lupo.
La Roma ci credeva, sognava l’impresa: il risveglio è stato brutale. Uno tsunami. Una lezione magistrale con cui gli uomini di Guardiola hanno emesso la sentenza, un roboante 7-1. La sconfitta della bella Roma italiana ha evidenziato la siderale distanza che separa il nostro calcio da quello internazionale. È vero che gli uomini di Garcia hanno incontrato la più grande squadra europea, forse i futuri campioni d’Europa, ma nessuno immaginava una differenza tecnico-tattica abissale. Forse i romanisti non erano in buona serata, forse c’era troppa euforia.
I critici più superficiali semplificano il 7-1 con la diversa qualità individuale o con la mancata sostituzione di un giocatore, o ancora con la mancanza di un arroccamento difensivo. Catenaccio e contropiede sono soluzioni alle quali si ricorreva già 50 anni fa per sopravvivere, ma non per crescere. Garcia è un ottimo allenatore, ha dato un’identità e uno stile di gioco che si avvicina al calcio internazionale, ma ancora non ha organizzazione difensiva collettiva e intensità. Il Bayern di Guardiola ha indicato la strada: ha vinto 7-1 non facendo catenaccio e contropiede, ma giocando da protagonista assoluto del pallone e del campo. Pep è uno dei pochi geni del calcio mondiale: ha un’idea chiara che esprime con grande convinzione, quasi da fanatico, ai propri giocatori. È un perfezionista con la cultura dell’eccellenza, pensa in continuazione a come aggiornare la propria squadra: sogna di vincere attraverso il dominio e la bellezza. Una vittoria senza merito per lui non è una vittoria.
Tuttavia credo che Garcia e la Roma siano meno distanti di quanto si è visto martedì sera. Rudy è persona intelligente e tecnico moderno e sia lui sia i giocatori faranno tesoro di questa lezione. La Roma è stata battuta da undici avversari che si muovevano come un blocco unico in 25-30 metri, cercando una superiorità numerica nei pressi della palla. Tutti partecipavano attivamente alla fase di possesso e di non possesso con organizzazione, ritmi e velocità impressionanti. Il pressing furioso e i raddoppi hanno consentito ai tedeschi di giocare in difesa a sistema puro: 3 difensori contro 3 attaccanti, cosi è stato infoltito il centrocampo facilitando il dominio del gioco. Non hanno permesso mai ai giallorossi di giocare tranquillamente: li hanno costretti a ritmi non conosciuti nel nostro campionato. Il Bayern non praticava il tiki taka, ma un possesso che preparava l’affondo con cambi di gioco che sorprendevano i difensori della Roma. Se una squadra non pratica il pressing non può essere ben collegata e posizionata in quanto i giocatori devono seguire più l’avversario che unirsi ai propri compagni. Nel campionato italiano il pressing è uno sconosciuto o quasi come, naturalmente, le contromisure al pressing avversario. Garcia ha dato un buon gioco offensivo, se migliorerà la fase difensiva metterà in difficoltà tutte le maggiori squadre europee a cominciare dal Manchester City, che si basa prevalentemente qualità dei singoli. Buon lavoro.