La penna degli Altri 18/09/2014 10:40
Nuova guerriglia all'Olimpico
IL MESSAGGERO (R. TAGLIAPIETRA) - La guerriglia scoppia nel punto più caldo dello stadio, alla fine del ponte Duca d’Aosta lato Olimpico, a pochi metri dal famigerato bar River, base degli ultrà romanisti. Manca un’ora al fischio d’inizio dell’esordio casalingo della Roma in Champions. E quando una cinquantina di ultrà del Cska Mosca passano urlando e tirando petardi a pochi metri dai giallorossi succede il finimondo. Un ragazzo russo rimedia un paio di coltellate all’addome, un altro con la testa rotta viene soccorso dagli infermieri di un’ambulanza. La tragedia accaduta di Ciro Esposito, il tifoso ferito a morte prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli all’Olimpico, non ha insegnato nulla. Nemmeno la lettera inviata dalla Curva Sud due settimane fa in occasione della prima di Campionato, in cui ultrà romanisti, o almeno una parte, davano il via a una profonda riflessione condannando la violenza e il «mancato controllo» dei ragazzi più giovani, assicurando un nuovo inizio, ha garantito un minimo di tregua. Sapere che, «almeno stavolta» dicono in molti davanti allo stadio, «i primi a cominciare sono stati i russi» non basterà. Perché il ragazzo accoltellato finito in codice rosso al Gemelli e l’altro straniero ricoverato con la tesa rotta, finiranno purtroppo, anche se non direttamente, ancora una volta nella statistica della tifoseria romanista.
LE TESTIMONIANZE «Sembravano indemoniati, saranno stati una cinquantina di russi», giura una delle ambulanti che vendono i gadget della Roma sul ponte della violenza. «Urlavano, spaccavano tutto, hanno perfino picchiato due ragazze, non si fermavano e così dal River sono partiti in massa, per salvarci», dice. E racconta che gli stranieri le hanno rubato quasi tutto dalla bancarella. I vetri sull’asfalto segnano il percorso della battaglia. Ci sarebbero almeno una ventina di ultrà finiti in questura, quasi tutti stranieri. Una decina le auto danneggiate da sassi e bottiglie. «Anche i barellieri di un’ambulanza sono finiti in mezzo alla rissa, cercavano di calmare gli animi e sono dovuti fuggire», spiega un vigile del Git, mentre l’eco di altri micro tafferugli, a Ponte Milvio e in piazza Mancini, viene coperto dal boato dei tifosi che salutano le due squadre che entrano in campo.
Quando la partita comincia, la violenza si ferma. Ma dura poco. I russi non mollano. I fumogeni lanciati dalla curva del Cska fanno sospendere per qualche minuto il match. I caschi blu e verdi di celere e finanza, intanto, tentano di arginare un manipolo di moscoviti che vogliono sfondare, mentre le telecamere dello stadio registrano tutto. Altri ultrà del Cska vengono fermati, anche loro dovranno fare i conti con la giustizia italiana.