La penna degli Altri 15/09/2014 11:08
Il punto del Lunedì - Caputi, Mura, Maccheroni
Roma A, Roma B. Nonostante si parli molto dell'utilizzo del turn-over da parte del tecnico Rudi Garcia, i giallorossi conquistano 6 punti nelle prime due partite. Una vittoria, quella di Empoli, che lascia alcune perplessità circa il gioco espresso, ma che - come accaduto nella passata stagione - lascia intravedere una corsa a tu-per-tu con la Juventus.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL MESSAGGERO - M. CAPUTI
Roma e Juventus, dopo 2 giornate, viaggiano a braccetto. Per il momento si somigliano in tutto, per vittorie e reti, persino per come le hanno distribuite, in casa e in trasferta. La Juventus sembra più pronta e in palla. Non ha perso la grinta e la voglia di vincere degli anni precedenti, corre e attacca, ma gestisce e ragiona più che in passato. La Roma è ancora in embrione. Ha mantenuto il palleggio e le caratteristiche offensive del campionato scorso ma sembra ancora imballata, in cerca di capire come l’abbondanza di calciatori le permetta di spiccare il volo. A queste due squadre spetta ora il compito di tenere alto il nome del calcio italiano nella coppa più prestigiosa. Abbiamo assoluto bisogno d’invertire la tendenza negativa di queste ultime stagioni e queste due società hanno qualità e mezzi per farlo.
LA REPUBBLICA - G. MURA
Fino al posticipo, la musica sembrava sempre la stessa: Juve e Roma. Che sembrano copiarsi a distanza: vittoria in trasferta grazie a un autogol, vittoria in casa per 2-0. Il totale è di sei punti, tre gol fatti, nessuno subito e l'espressione contrariata di Garcia a Empoli vale quella di Allegri a Verona. Non sempre, ma spesso paga chi fallisce tante occasioni per chiudere la partita. Di Garcia si è sottolineato il dettaglio che avesse tenuto a riposo in blocco l'attacco titolare (Iturbe, Totti, Gervinho) in vista della Champions. Meno sottolineato, sul fronte juventino, che Allegri abbia giocato senza Barzagli e Chiellini in difesa, senza Pirlo e Vidal a centrocampo, e senza accusare squilibri né dietro né in mezzo. Il nostro Gamba sabato ha parlato di soavità e dolcezza, due parole che sembravano estranee alla Juve di Conte, fondata sul furore agonistico e sul fuoco alto. Soavità e dolcezza fin qui non hanno impedito alla Juve di fare il solito gioco, di passare molto presto in vantaggio e di portare a casa il risultato. Così come Conte aveva rinunciato in parte alle sue idee con l'arrivo di Pirlo, Allegri ha rinunciato in parte alle sue, valutando pro e contro, eventuali boomerang sia per il rendimento della squadra che per la sua panchina. Non va pazzo per la difesa a tre, ma l'ha mantenuta perché non voleva togliere certezze ai giocatori ma nemmeno fornirgli un alibi. Non ha aggiunto fuoco sotto il pentolone. Se la Juve di Conte veniva da un campionato record, certificato dai 102 punti, la Roma veniva da un campionato prodigioso che l'ha portata in Champions. Ha perso Benatia ma Manolas, per quel poco che s'è visto, è un valido sostituto, mentre dei nuovi sembra ancora spaesato Cole, che pure ha tanta esperienza. Non ho difficoltà a dire che la Roma di Empoli mi è piaciuta proprio poco.
LEGGO - F. MACCHERONI
Gli scudetti si vincono prendendo i tre punti quando si gioca male. Quindi, dopo lo scudetto estivo, la Roma ne accarezza un secondo: rischia qualcosa con la Fiorentina e vince 2-0, rischia con l’Empoli e vince 1-0 con autogol del portiere avversario. Gli allenatori con le bugie costruiscono grandi stagioni (Liedholm era un maestro). Garcia aveva detto che avrebbe schierato a Empoli la Roma migliore. Considerando che quella squadra potrebbe giocare soltanto per la permanenza in Serie A, che in attacco c’erano tre seconde scelte, sappiamo che Garcia aveva mentito: pensava soltanto alla Champions. In questo ragionamento, però, s’è dimenticato di Castan: rischiarlo non ha avuto senso. Il resto: questo Cole vale poco, se davanti ha Ljajic che non difende (e fa poco altro), va ancora peggio. Destro è sempre Destro, per fortuna ci sono Totti, Gervinho e Iturbe, quindi c’è di che sperare che quella di Empoli sia soltanto una bugia. Ma fosse stato meno fortunato, Garcia avrebbe dovuto dare qualche spiegazione. Bene la Lazio, che fa la Lazio. L’importante è che Lotito oggi non pensi che si sia spalancato un portone.