La penna degli Altri 11/09/2014 10:21
Effetto Italia, campionato 2.0
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Diciamoci la verità, almeno per una volta: chi sapeva che Zaza, attaccante del Sassuolo, fosse così bravo? Antonio Conte, certo. E poi? Il suo allenatore Eusebio Di Francesco, non v’è dubbio. Ma alzi la mano chi, al momento delle convocazioni per la prima Italia post Prandelli, non abbia pensato: c’è Zaza solo perché Pazzini sta male e Balotelli a Liverpool non gioca. Oppure: Zaza chi? Invece, aveva ragione Conte, che non soltanto ha convocato il mezzo sconosciuto ma l’ha fatto pure giocare due volte su due titolare. Il rendimento del centravanti del Sassuolo ci regala un po’ di ottimismo e ci spinge a pensare che da sabato comincerà un altro campionato. Effetto Conte, potremmo chiamarlo. Campionato 2.0. Perché le due partite della Nazionale ci hanno restituito uno straccio di sorriso: non siamo così brutti come sembriamo, forse. O sembravamo. L’importante è osare, provarci. Il calcio italiano deve imparare la lezione impartita a Coverciano. Più Zaza e meno vecchie star straniere giunte al capolinea almeno da un paio di anni. Ecco perché c’è nuova, grande curiosità per vedere cosa combinerà il Sassuolo domenica in casa dell’Inter: nulla va dato per scontato, ormai. Non conta più il nome, conta la sostanza.
VIDAL E TEVEZ STOP Riparte il campionato: la Roma dei 4 nazionali gioca a Empoli, la Juve dei due (soli) azzurri se la vedrà in casa contro l’Udinese. Una Juventus priva di Vidal che, per un motivo o per un altro, sta sempre in prima pagina ma mai per gol o numeri a colori. I dirigenti bianconeri sono furibondi con il cileno che rischia di restare fuori per 3-4 gare dopo aver giocato in Nazionale con un problema muscolare. L’ennesima storta che Arturo regala ai suoi datori di lavoro. Stop anche per Tevez, roba di un paio di settimane. E, poi, visto il Conte in Nazionale è molto (più) chiaro chi sia stato il vero top player bianconero negli ultimi tre anni. E Conte a Vinovo non è più di casa, neppure per una visita da ct. Dei quattro nazionali di Garcia uno solo, De Rossi, ha il posto assicurato nella Roma: gli altri tre, Astori, Destro e Florenzi, non sono nella lista dei titolari certi, e questo aiuta a capire quale sia la reale portata della rosa giallorossa. Se i romanisti, però, andranno a Empoli pensando alla Champions, cioè al Cska Mosca commetterebbero un errore madornale. E lo stesso dicasi per gli juventini in chiave Malmoe. Se non altro, sia Garcia che Allegri stanno sul pezzo con tutto loro stessi: tutto il contrario di quanto fatto da Benitez che solo oggi tornerà ad allenare il Napoli dopo una settimana di ferie a casa, a Liverpool. Sì, ferie. Strano? Non per il tecnico spagnolo, e evidentemente pure per il presidente De Laurentiis. Che, con il Napoli impegnato in casa contro il Chievo, si aspetta la doppietta e che fatica a farsi una ragione del fatto che nell’Italia non gioca neppure un suo giocatore (l’unico convocato, Maggio, a Oslo è finito in tribuna).
GIOVANI DA CRESCERE Roma, Juventus, Napoli. E poi? Il campionato riparte portandosi dietro anche le belle cose fatte vedere dall’Under 21 di Gigi Di Biagio e da alcuni suoi giocatori: Belotti del Palermo, ad esempio. Oppure Bernardeschi, rara risorsa italiana della Fiorentina tutta o quasi straniera. I giovani, già: l’unica via di salvezza per i club nostrani, e non solo a livello di bilanci.
La lezione che ci arriva dalla lunga sosta dipinta di azzurro è che si può essere belli anche con un litro di sudore sulla fronte e il volto devastato dalla fatica, che non serve un fisico alla Balotelli ma basta avere quello di Giaccherini, che potere è volere e che volere è potere. Sembra facile. E forse lo è davvero.