La penna degli Altri 05/08/2014 10:07
Ma chi ha più cervello?
GASPORT (A. FROSIO) - Senza cervello un corpo non funziona, senza cervello una squadra non gira. «Se non c’è una sequenza di 15 passaggi è impossibile la transizione tra attacco e difesa», sostiene Pep Guardiola. E allora non è un caso che negli ultimi tre anni il campionato italiano sia stato dominato da chi in mezzo al campo aveva i migliori neuroni applicati al calcio. Andrea Pirlo guida ancora la truppa dei migliori registi della Serie A: a loro sono affidate le ideescudetto. Che possono percorrere strade diverse, perché diversi sono i sistemi di gioco in cui sono inserite. L’architetto della Juve, come Pizarro della Fiorentina, significa piedi buoni davanti alla difesa (a tre, ma chissà...); Pjanic, nella Roma, li porta un po’ più avanti, come Montolivo da mezzala nel Milan, mentre Inler è più solidità che creazione nella coppia che Benitez schiera davanti al quartetto difensivo del Napoli.
PIRLO Tre passi indietro. Andrea Pirlo lascia il Milan e la Juve lo accoglie a braccia aperte. Conte gli costruisce la Juve intorno, modificando le proprie idee tattiche per proteggerlo e dargli tempo e spazio per le sue illuminazioni: due scudieri di fisico ai lati, due frecce da lanciare sugli esterni. E Andrea al centro del gioco. Prendiamo le cifre l’ultimo torneo: Pirlo è stato quello con più passaggi riusciti (61,07 a partita, con una precisione dell’88,5%), verticalizzazioni (21,53), occasioni create (68, 2,27 a gara), passaggi filtranti (19, media di 0,63). Più qualche gol pesante (4 in totale). Ora tre passi avanti: Pirlo ritrova Allegri. «Andrea, il nostro allenatore pensa che se resti non potrai più giocare davanti alla difesa », gli disse Adriano Galliani prima dell’addio rossonero. Chissà se Max, da allenatore intelligente, avrà cambiato idea. Questa è l’unica incognita, unita a un altro anno ad appesantire le gambe (la testa mai...): le energie andranno dosate con perizia ancora maggiore.
PJANIC Se Pirlo è l’uomo dell’ampio respiro, Pjanic è il mago nello stretto. Garcia ha insegnato alla Roma a cambiare pelle, il bosniaco ne è l’interprete in campo: avvia la transizione e poi avanza da trequartista in corso d’opera, ispiratore (6 assist e 74 occasioni create nel 201314) e finalizzatore (6 gol, tra cui quello in slalom, meraviglioso, al Milan). Il gioco corto è la sua cifra, anche perché corta in campo è la Roma di Garcia: tra i sei «cervelli», è quello che usa meno il passaggio lungo, ma rispetto agli altri ha più dribbling riusciti (2,20) e più sponde (3,63) a partita, oltre che più passaggi nella metà campo avversaria (1.438 totali). È anche il peggiore per palloni recuperati, ma a quello pensano De Rossi e Strootman. Aver resistito alle offerte di mercato è una chiara dichiarazione d’intenti.
INLER Proprio il mercato potrebbe mettere in bilico il ruolo (centrale) di Inler. Nel Napoli condivide i compiti di regia con Jorginho, ma per caratteristiche finisce per assumersi soprattutto la pars destruens. Eccelle nei contrasti vinti (2,22) e nei palloni intercettati (1,88). Dopo Pjanic, è lui a calciare di più verso la porta avversaria, ma sempre da troppo lontano (54 tiri da fuori, 2 dall’area). Per una interpretazione «europea » del 4231, uno dei «2» deve avvicinarsi di più all’area avversaria. E Fellaini fa proprio questo...
PIZARRO Il cervello nei piedi non manca a David Pizarro, il più preciso nei passaggi (90,51%), nei passaggi lunghi (11,32) e persino nei palloni recuperati (7,71). Nella Fiorentina ha interlocutori tecnici come Aquilani, Borja Valero e Rossi, un obiettivo cui lanciare come Cuadrado, una sponda come Gomez. Per aumentare i giri, però, la Viola ha bisogno che il suo regista sia più rapido nella distribuzione (troppi tocchi) e più attento nel primo disimpegno (60 dribbling totali, troppi per chi gioca così vicino alla difesa).
MONTOLIVO Nella batteria di centrocampisti del Milan, muscolare e podistica, quello con più fosforo sembra Montolivo, Il «18» rossonero ha la tecnica e la visione sul lungo per fare l’uomo d’ordine, ma non tornerà prima del freddo, e dovrebbe comunque limare alcune imprecisioni: troppe palle perse (13,86), troppi passaggi negativi (9,14). A Pippo Inzaghi, in realtà, un cervello servirebbe proprio. C’era quel Pirlo..