La penna degli Altri 01/08/2014 13:06
La Roma ha preso la Juve
Sembra quasi che la Roma non abbia più paura della Juve, nemmeno di quella dei record e dei 100 punti e passa. A un mese dall’inizio del campionato molte cose sono o stanno cambiando e non c’è dubbio che la Roma si sia avvicinata parecchio alla Juve. Sino a che punto, lo dirà il campionato, fatto apposta per stupire o ribaltare i giudizi, però alcuni mutamenti importanti sono avvenuti.
La fuga di Conte ha sicuramente modificato gli equilibri esistenti. Senza Conte è un’altra Juve. Intanto perché Conte, con il suo stile e la sua energia, magari a volte eccessivi o insopportabili, non è un allenatore come gli altri: è tra i pochi che fanno la differenza, che rappresentano un valore aggiunto. Nel caso della Juve lo è stato ancora di più, perché questa squadra l’ha inventata e plasmata lui, trascinandola verso tre scudetti di seguito. E se poi l’ha lasciata di colpo, al secondo giorno di ritiro in piena estate, il distacco diventa inevitabilmente più traumatico. Può darsi che la pressione del tecnico, il suo modo assillante di tenere tutti sotto torchio fossero diventati insostenibili e non si può escludere che qualche giocatore ora si senta risollevato con Allegri, ma ora bisognerà vedere con quali conseguenze sul campo.
Nel frattempo Garcia ha impreziosito e completato il suo gruppo. Sabatini l’ha accontentato. Esperienza e quel grappolo di giovani di talento, a partire da Ucan, che potranno servire. La Roma si è rafforzata e bene dove serviva, ha scelto un mix intelligente di gente pronta, esperta e di talenti da far crescere. Oggi ha poco da invidiare alla Juve. La Juve per ora ha fatto pochino sul mercato. Sembra che ora Marotta dia la caccia a Jovetic e a Pastore.
La Roma al momento sembra, dunque, molto più vicina, all’altezza della rivale. Non mancano però le insidie: la Champions, per esempio. La Juve da due anni lotta sui due fronti, per la Roma invece è una novità, tuffo emozionante ma pericoloso. Garcia però ha a disposizione quasi due squadre, due titolari più o meno di pari valore per ruolo, un centrocampo di grande qualità e numeroso, molte alternative in avanti, potrà fare un sano turn over, potrà gestire bene il doppio impegno, anche se punterà più sullo scudetto, sapendo che in Europa la Roma parte in quarta fascia.
Pallotta, Sabatini e Garcia non si nascondono e indicano chiaramente lo scudetto come obiettivo. Non è arroganza, non è pericolosa euforia: è il modo più diretto per far capire alla squadra che il secondo posto non basta più. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva, completa, da Totti al magazziniere. Solo così si vince lo scudetto.
(corsport)