La penna degli Altri 28/08/2014 10:56
La disfatta Napoli ci ridimensiona. Da Juve e Roma può venire il riscatto
GASPORT (A. DE CALO') - E’ un pessimo segnale quello che ci arriva da Bilbao, pessimo per il nostro calcio, non solo per il Napoli. L’Italia porta solo due squadre in Champions e lascia intatto il quartetto degli spagnoli. L’Athletic è la squadra che nell’ultima Liga si è piazzata alle spalle del trio dei marziani, Atletico, Real, Barça. Molto lontana dalle big, ma prima tra le umane. Perciò era un avversario abbordabile, all’altezza della squadra di Benitez. Non dimentichiamo che l’anno scorso il Napoli è uscito dalla Champions alla fine della fase a gironi, dopo essere finito in un gruppo di ferro e soltanto per la differenza reti sfavorevole nei confronti di Borussia Dortmund e Arsenal.
Quel Napoli non avrebbe perso il confronto con questo Athletic, ma evidentemente le cose sono cambiate: in peggio. Il doppio match con i baschi ha messo in evidenza la mancanza di qualità in mezzo al campo, gli imbarazzanti limiti della difesa della squadra di Benitez e anche qualche problema di condizione atletica. I gol che hanno permesso all’Athletic di prendere il largo, dopo la grande illusione di Hamsik, sono un doppio regalo della retroguardia partenopea ed erano stati annunciati già nel primo tempo da un paio di amnesie che avevano messo — in due occasioni —– un giocatore basco, solo, davanti alla porta. Imperdonabile. Ci aspettavamo molto da Higuain, ma in realtà il Pipita è un lusso per questo Napoli, considerato che quasi nessuno – per quello che si è visto ieri – è in grado di metterlo in moto dandogli una palla decente. Momento difficile per il club di De Laurentiis. Bisognerà indagare sulle cause che hanno portato al disastro napoletano, cercando di individuare i rimedi. Ma la questione, evidentemente, è più generale. Il nostro calcio esce a pezzi da questa lunga e strana estate. Il fallimento del Mondiale — inaspettato nelle proporzioni — ha scatenato i veleni attorno alle elezioni del nuovo presidente della Federcalcio fino a portarci a questa nuova umiliazione.
Tutto sta rotolando verso il basso. Nell’estate di due anni fa, pensavamo di aver toccato il fondo sul fronte europeo quando, dopo l’eliminazione dell’Udinese nel preliminare col Braga, avevamo iscritto alla Champions soltanto Milan e Juve. Allora, rossoneri e bianconeri erano riusciti ad andare oltre al primo ostacolo, raggiungendo ottavi e — rispettivamente — i quarti.
Per la Juve di Allegri e la Roma di Garcia, che oggi parteciperanno al sorteggio dei gironi, non sarà facile andare altrettanto lontano. Di buono c’è che hanno due centrocampi di qualità, oltre che difese solide. La qualità del centrocampo è fondamentale per andare avanti in Europa, ma lasciamo da parte le illusioni. In Champions si cresce piano piano e non è facile progredire. Le nostre squadre restano ai margini, outsider se va bene. Il torneo se lo giocano più o meno le solite: Real, Chelsea, Bayern, Atletico, Barça, City. Contano i soldi e non solo. Potrà non piacere, ma è così. Semmai chiediamoci perché.