La penna degli Altri 30/08/2014 10:34
E' sempre Juventus-Roma
IL TEMPO (G. GIUBILO) - Non provate neanche a sognarvelo, di poter rivivere quel memorabile campionato che ha regalato emozioni pazzesche, ma ha anche cancellato tutti i record, quelli nazionali e quelli di club. Juventus e Roma a lungo impegnate in un testa a testa feroce, soltanto nella fase conclusiva della stagione la Roma si è inchinata, forse già paga di avere raggiunto il più alto punteggio della sua storia, più probabilmente cosciente che i ritmi imposti dalla capolista erano proibitivi.
Si riparte e forse gli equilibri hanno subito qualche scossone, forse perfino le due grandi favorite hanno dovuto pagare il prezzo preteso da un mercato europeo che non comprende i club italiani tra quelli che possono permettersi eccessi di spesa. Tocca subito a loro onorare la vigilia, prima la Juventus e poi la Roma. Campioni a Verona con il Chievo, giallorossi all'Olimpico in attesa di una Fiorentina senza Cuadrado e soprattutto senza Pepito Rossi. Non ci sono motivi per negare la pole-position ai campioni bianconeri, che hanno avuto il merito di avere mantenuto i pilastri sui quali era stata costruita la recente conquista, da Vidal a Pogba, e non è da escludere qualche colpo dell'ultima ora in attacco, anche se Tevez e Llorente offrono ampie garanzie.
Ma la Roma si è attrezzata al meglio, pur se, come lo scorso anno si è dovuto sacrificare un pezzo importante come Benatia. Arrivato Manolas, giovane nazionale greco, si aggiunge al gioiello Iturbe, alla grande speranza Uçan, ai giovani Paredes e Sanabria, soprattutto ai «low cost» di lusso. Keita ha vinto due Coppe dei Campioni, Ashley Cole ha un passato glorioso, Emanuelson è nazionale olandese, a novembra tornerà Strootman. Certo, non si può e non si deve sottovalutare il ritorno all'attività internazionale dopo una stagione sabbatica, che ha consentito una ragionevole amministrazione delle energie. Ma Garcia non si lascerà spaventare dal sovrapporsi degli impegni, anche perché l'organico è stato adeguatamente irrobustito.
Reclamano la seconda linea il Napoli e la Fiorentina. Ma gli azzurri hanno vissuto una vigilia di grande ansia, dopo il beffardo sorteggio dei preliminari di Champions e il crollo del San Mames, un umore quindi tutto da verificare. Per la Fiorentina, assenti pesanti da fronteggiare ma credito assicurato dalla felice forma esibita nel precampionato. A ridosso di queste presunte prime inseguitrici, la schiera che si può definire delle mine vaganti. Per censo le milanesi, tra la quali l'Inter sembra essersi mossa meglio dei cugini sul mercato, anche perché la partenza più illustre chiacchierata è stata quella di Balotelli, approdato nella partia degli amatissimi Beatles e rimpiazzato da Fernando Torres.
Nell’Inter Vidic e Dodò sono acquisti di qualità, come Medel, Mazzarri ha materiale eccellente suel quale lavorare, anche se dovesse partire Guarin, ormai corpo estraneo. Ma il più attendibile dei «black horses» sembra proprio la Lazio, sdenza botti clamorosi di mercato, ma ogni muovo arrivo sembra l'uomo giusto al posto giusto, a partire dal pezzo da novanta, il difensore centale olandese De Vrij, che affiancherà il meno noto Gentiletti, pupillo di Papa Francesco. Parolo e Basta sono deu garanzie, ma il vero colpo dell'estate è la resistenza a ogni allettamento per Candreva, su di lui vuole costruire le fortune laziali Stefano Pioli, un tecnico che offre le più amie garanzie, tecniche e umane.
Diciamo pure che con tutto il resto si entra nella grande ammucchiata, anche se il recente passato sembra porre un gradino più su delle altre il Parma, l'Udinese di Stramaccioni e naturalmente il Torino, tornato in Europa.
Poi si corre, in folto gruppo, lungo quel filo sottile che divide le ambizioni di un posto nell'Europa minore alla priorità assoluta, quella di sottrarsi alla bagarre per evitare la discesa in B.