La penna degli Altri 28/08/2014 10:16
Con il tecnico un feeling naturale e indissolubile
IL TEMPO (G. GIUBILO) - Ammettiamolo: un pizzico di masochismo ci induce a prendere sul serio le conferenze stampa delle vigilie. E dunque eccoci a sorbire ogni volta gli stessi fieri propositi, la colata di miele che avvolge uno sfrenato ottimismo. Un esempio: quando un giocatore cambia maglia mai che si lamenti di dove è capitato, la nuova destinazione è stata sempre l'oggetto dei suoi sogni infantili. Chiaro che se al capitano della Roma si chiede un giudizio sull'allenatore, non potranno mancare le lodi e la fiducia nel futuro, naturalmente incondizionata.
Dunque l'antivigilia giallorossa non ha riservato né sorprese né dubbi, rientrano nella norma anche le alate parole di Kostas Manolas, che ha privilegiato la Roma anche in presenza di una concorrenza illustre, del resto ai colori giallorossi lo legavano già due connazionali campioni in giallorosso come Dellas e Torosidis, che gli ha fatto da guida fin dal primo approccio con Trigoria. Gli apprezzamenti del capitano nei confronti di Rudi Garcia hanno radici che affondano nel ritiro altoatesino di un anno fa, quando il tecnico sceso dalla Francia liquidò bruscamente i contestatori da strapazzo, da quel momento sue erano le chiavi dello spogliatoio, da lì prese l'avvio una trionfale cavalcata che soltanto la sovrumana impresa della Juve avrebbe reso sterile.
Ma per darvi un'ulteriore spiegazione del mio scetticismo per i trionfalismi scontati, vale la pena di citare una domanda rivolta a Zanzi: se non fosse deluso per il mancato arrivo dei 61 milioni chiesti da Walter Sabatini per Benatia. Ricordate l'episodio? Interrogato sul valore del marocchino, il dirigente romanista aveva indicato in trenta milioni il prezzo della gamba sinistra di Benatia, e dunque la destra, più efficiente, andava valutata un milione in più. Dubito che Walter avesse il sospetto di essere preso sul serio. Errore, mai sottovalutare la stupidità del prossimo.