La penna degli Altri 03/08/2014 11:51
Aria di ribaltone in A, l’Empoli coi No Tav. E il Palermo riflette
GASPORT (M. IARIA / V. PICCIONI) - Una al giorno. La candidatura di Carlo Tavecchio viaggia al ritmo di una defezione ogni 24 ore in Serie A. L’ultimo ripensamento è firmato dall’Empoli. Il presidente Fabrizio Corsi scrive sul sito del club: «Le recenti dichiarazioni di Tavecchio si allontanano molto dai nostri principi etici, sportivi e non. E ci pongono in campo internazionale, in una posizione di criticità che in questo momento non giova al calcio italiano». Dunque da 18-2, si è passati ufficialmente a 11-9. E gli smottamenti, visti i dubbi in giro per l’Italia per esempio a Verona, Bergamo e Parma potrebbero non essere terminati. Fino a un ribaltone diventato a questo punto probabile. Una frontiera non solo formale: una maggioranza No Tav in A sarebbe un elemento nuovo per tutti. E potrebbe avere un effetto a catena. Sia in direzione Lega Pro, sia nei rapporti con lo stesso Coni.
Zamparini Anche quello di Zamparini è un appoggio non proprio entusiasta: «Mi aspetterei che si tirassero indietro entrambi e si indicasse un dirigente giovane e capace, tipo il mio amministratore delegato Cardinaletti. Fra i 2 comunque scelgo Tavecchio perché Albertini non lo prenderei nemmeno per fare il portinaio della mia azienda». Per il presidente del Palermo, «la vita di Tavecchio è differente da quello che ha espresso con una frase sicuramente sbagliata, lui non si sa esprimere bene, avrebbe bisogno di un traduttore. Ma non allarmiamoci, questo è il Paese, mi auguro si trovi un giovane come lo abbiamo trovato per la presidenza del Consiglio, giovane e autorevole, capace di prendere in mano la Federazione e proporre qualcosa di nuovo».
Lega Pro divisa Anche in Lega Pro l’unanimità è lontana. Qualcosa di più si saprà domani a Firenze (a differenza di come si pensava, non ci dovrebbero essere i due candidati) con l’assemblea delle società, ma intanto la linea pro Tavecchio del presidente Macalli fatica. Il Lecce, per esempio, sarebbe per il no. Ma non sarebbe solo nel partito degli scettici.
Rilancio e cambiali Venerdì sera la Federcalcio ha inviato la risposta al nuovo sollecito della Fifa che chiedeva di «valutare» la possibilità di portare presso «l’organismo giudicante» la questione della frase razzista: spetta alla Procura, questo il senso della risposta, decidere. Tavecchio starebbe comunque lavorando intanto per una sorta di «rilancio». Ieri, fra l’altro, gli è arrivata una buona notizia, la difesa a spada tratta firmata da Gigi Riva rispetto alla famosa frase su banane ed extracomunitari: «Una cosa è certa, Carlo Tavecchio non è razzista. Lo ha dimostrato in tanti anni il suo lavoro per l’integrazione e la solidarietà». Il candidato tuttora in pole position, è chiamato a dimostrare di non avere le famose «cambiali da pagare», per usare l’espressione di Malagò. In ballo ci sarebbe il ruolo chiave di direttore generale, su cui si fa sempre il nome di Michele Uva (ma il contratto dell’attuale d.g. Valentini scade a fine 2016). E quello dei quattro responsabili dei settori chiave della Federazione. Poi gli impegni per le vicepresidenze (la decisione spetterà però al nuovo consiglio ) che già sembravano assegnate a Macalli e Lotito. Ma Tavecchio può dimostrare a Malagò che ha la possibilità di decidere tutto questo da solo?
Niente «accordicchio» Di certo l’idea delle grandi intese con una vicepresidenza per i calciatori è stata presa a schiaffi sia da Albertini, sia da Tommasi. Che insiste: «Lo scenario ora è più favorevole a Demetrio». Anche se l’emorragia del fronte pro Tavecchio non sta favorendo il suo avversario e nell’eventualità del famoso passo indietro, la strada più probabile resta quella che porta al commissariamento Coni. Ma l’11 agosto è ancora lontano. Per tutti.