La penna degli Altri 23/07/2014 11:20
Roma, Benatia resta
LEGGO (F. BALZANI) - Benatia non si muove. A sbloccare la situazione è stato Pallotta che, durante la cena nel ristorante di proprietà delle sorelle a Boston, ha rotto il gelo col difensore. Venti minuti di colloquio con Pjanic a fare da interprete e il presidente in ginocchio (letteralmente) al tavolo del marocchino. «In America non si chiede l’aumento ogni anno – il senso delle parole di Pallotta - ma tu sei troppo importante. E noi quest’anno vogliamo vincere». Benatia senza replicare ha ascoltato la proposta: adeguamento a 1,9 milioni più bonus e appuntamento per l’eventuale cessione (o nuovo rinnovo) a giugno 2015. Non male considerando che all’orizzonte non ci sono offerte concrete.
A Mehdi hanno fatto piacere le parole del presidente e poco dopo la chiacchierata ha telefonato all’agente Sissoko: i due hanno deciso di prendersi qualche giorno per riflettere. Un grosso segnale di riavvicinamento certificato anche da Garcia: «Mehdi è sotto contratto e per me sarà un giocatore della Roma. Il presidente è uno che parla molto coi giocatori per fortuna, ha parlato con lui come con altri e questo è positivo. Benatia è tranquillo e motivato, sta bene e giocherà contro il Liverpool. Non c’è nessun problema». Tutti uniti quindi per lo scudetto. «Il nostro obbiettivo è quello, ma solo se giocheremo da squadra e con l’entusiasmo della scorsa stagione. I giocatori lo sanno, quest’anno sarà più dura. Di sicuro per il titolo dobbiamo contare sulla Roma». E la Champions? «Innanzitutto bisogna fare un grande campionato poi vedremo il sorteggio. Rischiamo di avere un girone di fuoco. La prima partita non sarà in Champions, ma in campionato. Nessuno si sbagli sul nostro 1˚ obiettivo».
Felice del mercato («Abbiamo un mix di giovani e campioni esperti, ma non mettiamo troppa pressione a Iturbe») qualche preoccupazione per Rudi arriva dalla preparazione: «Dobbiamo adattarci a viaggi e cambi di clima. Lavoreremo in questi 15 giorni per il campionato e non per queste amichevoli. Ho dovuto lavorare più veloce sul piano tattico, ma tutti stanno bene». Infine una battuta sulle dimissioni di Conte: «Sono rimasto sorpreso dalla tempistica, ma la Juve resta la squadra da battere ».