La penna degli Altri 20/07/2014 10:40
I quattro nodi dello stadio
IL TEMPO (F. MAGLIARO) - Stadio sì, stadio no? Il Gruppo di Lavoro composto da funzionari dei diversi dipartimenti capitolini sta esaminando il progetto di fattibilità del nuovo impianto della Roma proposto dal Gruppo Parnasi. Questi i nodi principali da sciogliere in attesa della conferenza dei servizi in programma il 31 luglio.
Interesse pubblico
Per poter realizzare lo Stadio occorre in primo luogo che il Comune, con una delibera di Assemblea Capitolina, dichiari l’«interesse pubblico» dell’opera. Nel comma 305 dell’articolo 1 della Legge di Stabilità 2014 si legge che «gli interventi sono realizzati prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate».
A Roma, com’è noto, esistono già il Flaminio e l’Olimpico. Se per il primo esistono oggettivi problemi - capienza e sicurezza - è difficile sostenere che la pessima visibilità che si ha all’Olimpico sia una ragione di «pubblico interesse».
Compensazioni
I proponenti asseriscono che la costruzione dello Stadio e delle sue pertinenze non sia sufficiente a ripagare il costo delle opere pubbliche necessarie a collegare l’impianto con il resto della città. Per le opere di urbanizzazione (ponte sul Tevere, metropolitana, strade, fogne, parcheggi) bisogna coprire 220 milioni mancanti: servono altri metri cubi (910 mila) per realizzare un Business Park che compensino l’investimento. Si tratta di una speculazione edilizia velata oppure della vera necessità di rendere fattibile economicamente l’intero complesso? Questo è forse l’elemento principale per determinare l’interesse pubblico del Comune a che l’opera si realizzi o meno.
Accessibilità
Come arrivare allo Stadio? L’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, ha a più riprese, evidenziato la necessità che l’accesso dei tifosi allo Stadio debba essere garantito con la metropolitana. Ma quale ? E con quale progetto?
In realtà il Comune non ha alcun progetto, nemmeno abbozzato, di sviluppo trasportistico su ferro in quella zona. Caudo si limita a dire: «Allo stadio bisogna poter arrivare in metropolitana». Solo che: come? Due le possibili soluzioni: Roma-Lido e Metro B. Nella prima ipotesi si tratterebbe di costruire un «tronchino» in superficie di tre binari da Magliana a Tor di Valle. Spesa circa 10 milioni, fattibilità semplice. Inconveniente? I trasbordi: i tifosi che non abitano in una zona servita dalla metro B arriverebbero fino a 3 cambi. Se ti tocca pure l’autobus per arrivare alla linea A… fai prima con la macchina. E, in più, la Roma-Lido di Ostia è di proprietà della Regione e diviene «poco elegante» fare la spesa in casa d’altri.
Ipotesi metro B: molto più onerosa, almeno almeno 100 milioni di euro e con tempi di realizzazione non semplici da ipotizzare. Si tratta di realizzare uno scambio a Magliana, come fatto alla stazione Bologna per la B.Ma non basta, poiché fra la fermata con scambio e lo Stadio c’è un fascio di binari. Questo dovrebbe essere saltato (con il cosiddetto «salto del montone») con un ponte oppure con un sottovia (meno facile e molto più oneroso).
In entrambi i casi, quando non ci sono né partite né eventi, con queste tratte ferroviarie, cosa ci si fa? Chi si occuperebbe della manutenzione? E i treni a servizio di queste tratte bastano? Se ne servono altri chi li paga? In sintesi: perché mai dovrebbero essere la Roma e il Gruppo Parnasi a farsi carico di una progettualità così complessa?
Parcheggi
I promotori del progetto identificano come necessari agli standard minimi circa 181mila e 500 metri quadri di superficie per i parcheggi. Sia a raso che multipiano. Il primo nodo riguarda proprio i multipiano. Non è specificato se interrati o meno. In caso di parcheggi interrati, da 6 anni a questa parte, l’orientamento del Comune è di esprimere parare negativo per ragioni di sicurezza, di manutenzione e pulizia.
Secondo problema: le aree per i parcheggi del Business Park sarebbero ridotte poiché questo usufruirebbe anche dei parcheggi dello Stadio che rimangono vuoti quando non ci sono partite. Le norme, però, prevedono che ogni edificio di questo genere abbia i propri parcheggi indipendentemente da ciò che lo circonda.
Infine, si ipotizzano migliaia di posti auto a pagamento (10.300 a 5 euro, 7.300 a 10). Per ogni match si incasserebbero fino 124mila euro. Ma a chi vanno? Anche quest’ultima risposta può essere un elemento per comprendere la «pubblica utilità» dell’opera.