La penna degli Altri 07/07/2014 09:47
È sbarcato Uçan: «Forza Roma»
IL ROMANISTA - «Benvenuto a Roma Uçan». Lo dice la società attraverso il profilo ufficiale Twitter, lo dicono i tifosi accorsi all’aeroporto per accoglierlo, lo dicono tutti i romanisti curiosi di scoprire il nuovo acquisto giallorosso. Di vederlo da vicino dopo aver spulciato su youtube per capire chi è il talento fortemente voluto da Walter Sabatini. Una giornata intensa quella del 20enne strappato al Fenerbahce, un’attesa lunga del passaggio in giallorosso che formalmente si concretizzerà solo oggi. Da settimane però si parla del suo arrivo, già una ventina di giorni fa si diceva di un suo imminente arrivo a Roma. Ha dovuto aspettare Salih, hanno dovuto aspettare i tifosi, molti ieri non si sono lasciati scappare la possibilità di andarlo a prendere a Fiumicino dove è sbarcato pochi minuti dopo le 18 con un volo della Turkish Airlines proveniente da Istanbul. Il ragazzo non vedeva l’ora, era impaziente e l’ha fatto chiaramente capire con un "Tweet" condiviso mentre era ancora all’Ataturk Airport in attesa di imbarcarsi. Una foto insieme al suo entourage e due semplici parole «Viaggio iniziato». Poco prima ai giornalisti presenti all’aeroporto aveva detto: «Il club ha accettato l’offerta, vado a Roma per le visite, torno con la firma sul contratto». Entrambe le cose accadranno oggi, quando Uçan sarà ufficialmente un giocatore della Roma. Ma di fatto già lo è. Così è stato accolto a Fiumicino, da giocatore giallorosso ha già parlato lui. Perché appena sceso dall’aereo Salih non si è negato e ha posato per una foto con alcuni lavoratori dell’aeroporto. Poi è stato scortato da alcuni agenti di sicurezza verso l’uscita dell’area arrivi del terminal 3, mentre già sfoggiava al collo una sciarpa della Roma. Fuori era già pronta per lui una vettura messa a disposizione dalla società per portarlo in albergo. Fermato a più riprese da cronisti e tifosi prima di salire in macchina, Salih si è rivolto a tutti dicendo di essere «felice» e salutando tutti con un «Ciao». E poi via, con il suo voluminoso casco di capelli che scompariva dietro la porta della macchina che si chiudeva e lo portava verso l’inizio della sua nuova avventura