La penna degli Altri 02/06/2014 09:36
«Comprati i voti per il Mondiale 2022». Il Qatar ora trema
GASPORT (F. LICARI) - A giugno, a novembre o forse mai? Il botto arriva inatteso a pochi giorni dal Mondiale e rischia di far male. Qatar 2022 torna in bilico dopo le terribili novità sulla presunta corruzione di alcuni votanti. Il Sunday Times ha rivelato d’avere le mail che provano i pagamenti effettuati dal qatariota Bin Hammam (5 milioni di dollari) a membri Fifa per indirizzare il voto. Blatter non commenta, il Qatar minaccia querele. Ma già qualcuno parla di nuova assegnazione se lo scandalo dovesse essere confermato: non sarà comunque facile tornare indietro.
Voto scandalo Comincia tutto il 3 dicembre 2010: l’Esecutivo Fifa vota Russia per il Mondiale 2018 e Qatar per il 2022. Prima che scandalosa, la scelta è tecnicamente discutibile perché i due Paesi non hanno i migliori dossier, il contrario. Il voto è comunque «strano»: partecipano solo 22 membri su 24 dell’Esecutivo, perché 2 sono già «congelati» causa sospetta corruzione (sempre il Sunday Times li ha filmati mentre ricevevano mazzette). La Gazzetta titola «Il Mondiale dei ricchi» e non è l’unica a fare allusioni sulla correttezza delle procedure. Inghilterra (2018) e soprattutto Usa (2022) parlano di «scandalo»: sembra che Blatter avesse promesso il Mondiale agli americani.
Bin Hammam k.o. Dopo il voto, la situazione alla Fifa precipita. Bin Hammam, presidente della Confederazione asiatica, sfida Blatter alle presidenziali del 2011 e finisce stritolato a sua volta da accuse di corruzione proprio alla vigilia delle elezioni. Viene squalificato a vita, anche se graziato dal Tas per insufficienza di prove. Intanto spuntano nuovi guai in Qatar: Platini ricorda che d’estate a 50 gradi non si può certo giocare e propone il Mondiale d’inverno (al momento del voto ci ha pensato nessuno?); le organizzazioni per i diritti umani lanciano precise accuse sulla situazione dei lavoratori a Doha e dintorni. E si comincia anche a parlare di «Russiagate» e di opere d’arte regalate da Mosca ad alcuni votanti. Comunque per la Russia c’è tempo. Per ora la ribalta è tutta del Qatar.
Organizzazione difficile Comincia il balletto di proclami e smentite. Unica cosa che sembra sicura è il fatto che il Mondiale 2022 si giocherà d’inverno: Platini (tirato in ballo a sua volta per la cena all’Eliseo con gli sceicchi e per il figlio assunto dalla Qatar Sports) suggerisce gennaio, Blatter preferisce novembre e fa: «Votare Qatar è stato un errore». Nel 2015, dopo l’ennesima commissione, sarà fissata la data. Comunque — come per scandali e scandaletti di Germania 2006, Polonia- Ucraina 2012 eccetera — la situazione pare metabolizzata: il sistema di assegnazione non è pulito, dal 2026 dovrebbero votare tutti i 207 Paesi e non solo 24 «esecutivi», ma intanto è fatta e buonanotte. Blatter prepara così l’ennesima ricandidatura che sarà ufficializzata al Congresso di San Paolo il 10- 11 giugno. Quando...
Accuse Times Secondo il quotidiano inglese, Bin Hammam ha pagato 1,6 milioni di dollari a Jack Warner, presidente del Nordamerica (dei quali 450mila prima del voto); inoltre 350mila dollari a Reynald Temari, membro dell’Oceania, per opporsi alla sua sospensione (procedura che impedì al suo successore di votare quel 3 dicembre). In totale 5 milioni di dollari, da fondi neri, andati anche ad altri protagonisti della storiaccia, tra i quali diversi presidenti di federazioni africane (non votanti per il Mondiale). Le mail, i documenti, le prove bancarie arrivano da una «gola profonda» Fifa. Il quotidiano promette nuove rivelazioni «nelle prossime settimane».
Indagini Fifa La cosa divertente è che nel luglio 2012 la Fifa, dopo i numerosi scandali, ha introdotto il codice etico e poi assunto l’americano Michael Garcia, ex procuratore generale di New York, per svolgere indagini sui voti per Qatar e Russia. Oggi in Oman Garcia dovrebbe incontrare dirigenti qatarioti per poi presentare la relazione finale al giudice etico Joachim Eckert prima dell’inzio del Mondiale. Difficilmente le scadenze saranno rispettate. Però c’è chi trema: se Garcia ha già trovato argomenti interessanti, se il Sunday Times aggiungerà particolari, allora Eckert potrebbe suggerire un ripensamento dell’assegnazione. E la Fifa potrebbe essere costretta a indire una nuova votazione: già ieri il vicepresidente Fifa Jim Boyce (Nord Irlanda) si è detto favorevole, nel caso, a un nuovo voto. Al Congresso mancano otto giorni: che cosa succederà?