La penna degli Altri 09/05/2014 11:25

Stadi oltre l'emergenza

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CORSERA (L. VALDISERRI) - Le cresime e le comunioni sono salve. Non si giocherà a mezzogiorno. Speriamo che si salvi anche il calcio italiano che, come dimostrato da quello che è successo sabato scorso - prima, durante e dopo la finale di Coppa Italia - sta molto male. Roma- si giocherà domenica alle 17.45. È questo il risultato della «trattativa» - per usare una parola poco cara al ministro dell’Interno, Angelino Alfano - tra le giustificate cautele del prefetto, le esigenze della pay-tv che compra a caro prezzo i diritti del campionato e la priorità del più indifeso degli indifesi, lo spettatore che non sa più come e quando si giocherà la partita per cui ha speso i suoi soldi in anticipo. Il riferimento alle cresime e alle comunioni può fare sorridere, quando si parla di feriti ancora in pericolo di vita e di agguati con tecniche militari. Eppure c’è una sola via per riportare il calcio italiano alla ragione che ha perduto: costruire nuovi stadi, più confortevoli, badando anche a chi entrerà in questi impianti. Non esiste sicurezza se non si garantisce la certezza di vedere uno spettacolo senza paura. Il «balletto» dell’orario è indicativo. Prima della decisione definitiva si è parlato addirittura di mezzogiorno. Poi delle 15. Nel frattempo la Lega calcio ripeteva che non c’erano comunicazioni sul cambiamento dell’orario originale: le 20.45. Come se nulla fosse successo.

Lo spostamento al pomeriggio aiuta sicuramente il lavoro delle forze dell’ordine. Un conto è controllare lo stadio e le vicinanze dello stadio con la luce del giorno e un altro con il buio. Nell’immediato esiste soltanto la situazione di emergenza: le autorità non possono rischiare un’altra situazione fuori controllo. Non si può vivere, però, in perenne stato di allarme. Come hanno detto in queste ultime ore molti tifosi - vip o «normali», davvero poco importa - si è fatto strada un sentimento di timore nei riguardi dello stadio.

Vale la pena andare a vedere una partita con il cuore in subbuglio a ogni passo verso l’Olimpico? Le immagini e le ricostruzioni di quanto è successo in occasione di - giustificano questa paura. Arrende r s i , pe rò, s a rebbe sbagliato. I dati del ministero dell’Interno - contenuti nell’interessante Report calcio 2014 a cura dell’Arel, Pwc e Centro studi della Federcalcio - descrivono una realtà sicuramente preoccupante, ma che può avere una via di uscita. Nella stagione 2004-2005 c’erano stati 209 incontri di calcio che si erano conclusi con feriti tra gli spettatori; nella stagione 2012-2013 erano calati a 43. Un dato ancora più importante se confrontato con il numero di agenti delle forze dell’ordine impiegate per garantire la sicurezza. Nel 2004- 2005 erano 271.054 e nel 2012-2013 «solo» 140.906. Circa la metà, dunque. Significa che l’introduzione degli steward non è stata inutile. Semmai è da migliorare, con una formazione vera e continua per non vedere più scene come quella dell’invasione di campo al termine della finale di Coppa Italia.