La penna degli Altri 08/05/2014 11:10

"Quel circolo è abusivo". Sarà demolito il club dei supporter di destra

ciak village

LA REPUBBLICA (M. LUGLI) -  Sgombero entro un mese per il circolo "Boreale", il ritrovo di estremisti di destra dove vive e lavora "Gastone". Un'area di 30 mila metri quadrati immersi nel verde e che, da tre anni, è al centro di una lunga vertenza giudiziaria. Al numero 57/B ( dove, sabato scorso, sono divampati gli scontri finiti con la sparatoria che ha lasciato a terra quattro persone) si trovano, attualmente, diverse attività: il centro culturale Ciak, un'associazione di assistenza ai disabili, l'Anpet, un campo di extreme paintball, dove si gioca alla guerra con armi ad aria compressa caricate con innocui pallini di vernice e, all' interno del circolo, il bar "Trifoglio", divenuto simbolo del partito di destra "Il popolo della vita", candidato alle regionali del 2010.

Il fondatore fu Alberto Iorio, gestore del "Trifoglio", ex esponente della Destra sociale e poi candidato nel 2013 tra le fila della Destra. Tutto questo, tra trenta giorni, non esisterà più, assicura l'assessore allo sport Luca Pancalli. «Siamo in attesa dell'avvio delle opere di demolizione e, quindi, dello sgombero da parte del XV municipio. Si stima che i legittimi proprietari possano rientrare in possesso del terreno entro la prima decade di giugno, salvo l'esito positivo di tutti gli accertamenti burocratici richiesti». Traduzione: un intoppo di pandette potrebbe bloccare tutto.

Lo sgombero non ha niente a che vedere con la giornata di sangue e paura di sabato scorso. La sentenza del Consiglio di Stato risale infatti al dicembre 2011. I giudici accolsero il ricorso della società "Real Fettuccina", vincitrice del bando per la gestionedei terreni e inflissero una maximulta al comune imponendo al Campidoglio di liberare immediat amen-te l'area. L'ordinanza, però, si impigliò in una rete di controlli tecnici e lungaggini burocratiche di ogni tipo egli abusivi continuarono, tranquillamente, a gestire le loro attività e ad abitare nelle baracche infischiandosene della sentenza. Di certo avventurarsi nella stradinache sbocca su viale di Tor di Quinto, a poca distanza dal-l'ingresso del Tiroasegno nazionale, vuol dire entrare in un mondo a parte. La madre di "Danielino" si fa vedere abbastanza di frequente ma non parla.