La penna degli Altri 22/05/2014 12:18
L'ultrà a Regina Coeli: «Non ho sparato io, mi hanno accoltellato»
IL MESSAGGERO (A. MARANI) - «Non ho sparato, mi hanno accoltellato». Lo ripete Daniele De Santis, 48 anni, l'ultrà giallorosso curato in stato d'arresto a Regina Coeli per il tentato omicidio di Ciro Esposito, il tifoso napoletano di 29 anni quasi ammazzato da un colpo di pistola nel prepartita della finale di Coppa Italia del 3 maggio e ora ricoverato in condizioni disperate in Rianimazione al Gemelli. E' l'ultima difesa per "Danielino", come lo chiamano nel suo quartiere a Monteverde, un nomignolo che cozza contro l'immagine di «duro e puro» da sempre vicino agli ambienti della destra capitolina, costruita passando per gli scontri di Brescia-Roma del '94, per quelli di Vicenza-Roma dell'88 prima, e poi per i disordini del derby Roma-Lazio interrotto all'Olimpico nel 2004. Finora "Danielino" se l'era sempre cavata, ma stavolta il guaio è grosso. E come un animale braccato lotta per fornire un'altra verità. La sua.
LA DIFESA Ha una frattura alla tibia che dà complicazioni, un'infezione in corso, un forte trauma cranico, incrinazioni alle vertebre, la frattura del setto nasale. E poi ci sono quattro coltellate, la più profonda al fianco sinistro. «Sulle prime le ferite da arma da taglio non erano emerse- spiega l'avvocato Michele D'Urso, assistito da Tommaso Politi - invece ci sono anche quelle. De Santis è stato vittima di un pestaggio a tre riprese, come dicono i testimoni, a opera di una cinquantina di persone. La prognosi di 30 giorni è destinata ad aumentare. I medici del carcere stanno valutando di trasferirlo in ospedale al più presto». Il legale ha incontrato De Santis la scorsa settimana, ieri ha parlato con i genitori.
Il papà Ivo, 73 anni, è uno dei primi maestri d'arti marziali in Italia. «Mi hanno confermato le condizioni critiche del figlio. Sono increduli che Daniele possa avere sparato. Hanno ascoltato con rispetto le parole della mamma di Ciro che perdonava lo sparatore - racconta l'avvocato - e dispiace loro per quel ragazzo co-sl giovane. Sono chiusi nel loro dolore». Ci sarà incidente probatorio sui rilievi balistici e un nuovo esame dello Stub, il "guanto di paraffina" per capire se sulle mani o gli abiti di De Santis siano rimaste particelle di polvere da sparo. «L'esame a poche ore dai fatti ha evidenziato la presenza di sole due su tre della particelle residue - afferma D'Urso - ed è strano nel caso di un indiziato che avrebbe sparato per ben quattro volte. Eccezioni non possono esserci. Soprattutto con unsecondo Stub». E quindi: chi ha sparato? «Abbiamo chiesto di risalire alla matricola abrasa della pistola - aggiunge - per ricavare la "storia" dell'arma. Allora la verità sarà più vicina».
AL GEMELLI Di De Santis poco si cura Antonella Leardi, la mamma di Esposito. «Il mio cervello - spiega - è concentrato solo su mio figlio, non riesco a sostenere altro, figuriamoci le indagini o le tesi assurde. Io vivo solo per vedere Ciro quando ci è concesso. Un pochino sta meglio. Ma quando gli ho chiesto "tu lo sai che ti hanno sparato?", lui ha solo alzato gli occhi al cielo»