La penna degli Altri 20/05/2014 09:37
La Roma non vende i suoi gioielli
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Non è la voce del padrone, ma è come se lo fosse. La Roma non intende vendere i suoi pezzi più pregiati: il dg Baldissoni lo dice forte è chiaro, mostrando unità di intenti fra Garcia e la società sulla voglia di mantenere più intatta possibile la rosa attuale.
Nel giorno in cui la Juve conferma Conte, i giallorossi blindano i gioielli della squadra. «Noi - spiega il dirigente - non abbiamo in programma di fare cessioni eccellenti». Almeno nelle intenzioni di partenza, «perché il mercato comincia il 1° luglio - aggiunge Baldissoni premiato ieri dall’Ussi - dura due mesi e propone sempre delle opportunità. Non possiamo sapere cosa offrirà stavolta ma non lo affrontiamo per vendere i nostri giocatori».
Le «opportunità» che potrebbero stravolgere i piani del club sono ad esempio offerte superiori a 30 milioni per Benatia: oltre al Manchester City, si avvicinano minacciose Barcellona e Bayern Monaco. Ma al momento nessuna «opportunità» concreta ha scalfito le certezze della Roma. Nel frattempo prosegue la trattativa con l’entourage del difensore per rinnovare il suo contratto: Benatia guadagna 1 milione e 200mila euro e pensa di meritare qualcosa in più. Se non il doppio subito, una cifra che si avvicini a 2 milioni, anche perché il City gliene offrirebbe quasi 3. La sua voglia di restare giallorosso può fare la differenza. Sarà semmai la Roma a chiedergli di partire qualora l’«opportunità» si presenti sia davvero irrinunciabile.
«Garcia e Sabatini hanno le idee chiare su quello che vogliono fare - dice Baldissoni, senza però svelare le strategie - noi lavoriamo per creare una squadra competitiva compatibilmente con le nostre possibilità. Ricordo che questa società è stata rilevata in condizioni non ottimali ed è stato completato un risanamento in tre anni. Pallotta è venuto qui per investire i suoi soldi ed è stato accolto con scetticismo. Ha dimostrato di avere idee e capacità». E finalmente ha raccolto i primi frutti sul campo. «Il secondo posto era inatteso per le "dimensioni": il risultato finale è andato ben oltre le nostre aspettative e un grande merito va ovviamente all’allenatore. È vero che vuole fare una Champions per vincere e la società lo stesso. Dico "una Champions per vincere" - la precisazione finale di Baldissoni - e non "vincere la Champions" altrimenti lo prendiamo come un impegno».
Sabatini il suo «impegno» lo ha rinnovato per tre anni e non ha mai smesso di lavorare sulla Roma del futuro. Domenica sera ha seguito Parma-Livorno al Tardini, senza lanciare alcun assalto: Paletta, ad esempio, sarebbe adatto per il ruolo di «terzo» centrale ma è più il Parma ad offrirlo che la Roma a cercarlo. Prima va presa una decisione su Toloi: nei prossimi giorni incontro decisivo con i suoi rappresentanti, gli stessi di Bastos che ha poche possibilità di restare.
Sabatini si è spostato subito a Milano (dove dovrebbe restare fino a domani) e a pranzo ha visto di nuovo il presidente del Genoa Preziosi: in ballo la comproprietà di Bertolacci, con entrambi i club intenzionati a riscattarlo e poi utilizzarlo come pedina di scambio. In Liguria potrebbe poi tornare Borriello, ma prima deve trovare l’intesa con la Roma sull’ultimo anno di contratto da 7 milioni lordi.
In attacco Garcia aspetta un esterno. Iturbe costa caro ma Sabatini non lo ha mollato: ieri altri contatti col Verona che vuole 20 milioni cash. A quella cifra non se ne parla. Ma la Roma c’è. Magari solo per alzare il prezzo al Napoli.