La penna degli Altri 13/05/2014 10:50
La prova tv punisce Chiellini, Prandelli invece lo assolve
LA STAMPA (G. BUCCHERI) - Una gomitata violenta per il giudice sport ivo Gianpaolo Tosel, ma non per il ct azzurro Cesare Prandelli. Giorgio Chiellini arricchisce il partito dei giocatori puniti non perchè l’arbitro ha visto, ma perchè così ha svelato la televisione: tre sono le giornate di squalifica in campionato scritte nella sentenza della toga del pallone Tosel che punisce il difensore della Juve per il colpo proibito sul volto del romanista Pjanic. Chiellini si ferma, ma la sua corsa verso il Brasile continua. E lo fa perchè il codice etico che giudica i comportamenti degli azzurri rimarrà in silenzio. «Ho visto e rivisto l’azione di Chiellini: per me non è un gesto violento...», così Prandelli.
Tradotto: il difensore bianconero, oggi, verrà inserito nella lista dei 30 giocatori «mondiali» (scenderanno ai definitivi 23 il 2 giugno) in quanto il tecnico della Nazionale decide se convocare o meno i suoi ragazzi in base al suo codice che non ha bisogno della certificazione di un atto formale della giustizia sportiva. Così può accadere che un episodio che sfugge alle sentenze finisca nel mirino di Prandelli. Ma anche che lo stesso ct azzurro condanni uno dei suoi ragazzi all’esclusione prima che intervenga il giudice sportivo, qualunque sia la sua decisione. Una gomitata violenta, anzi no. «Massimo rispetto per la giustizia sportiva - continua Prandelli -, ma sono due canali diversi, il mio e quello dei giudici. Per me l’azione che ha visto protagonista Chiellini non rientra in una gestualità violenta, non ha alzato il braccio per fare male: io sono responsabile dei nostri comportamenti. Semi aspetto critiche? Sono quattro anni che ci sono polemiche sul codice etico. Ma - precisa il ct - se vogliamo tornare all’origine, nessuno ne ha fatte quando in Inghilterra diedero due giornate a Balotelli: io ero presente a Manchester, avevo visto l’azione, non la reputai violenta e lo convocai...».
Il duello fra la Roma e la Juve di domenica pomeriggio all’Olimpico si è fermato sulla prova tv. La procura federale, dopo una lunga riflessione, l’ha richiesta, il giudice sportivo ha interrogato l’arbitro della sfida Russo e, ricevuta risposta negativa alla domanda se avesse visto il gesto di Chiellini, ha applicato il codice.Una situazione che, in fotocopia, ricalca quanto accaduto per il caso Destro, attaccante della Roma squalificato per tre giornate poco più di un mese fa dopo il viaggio dei giallorossi a Cagliari ed un pugno in faccia al difensore sardo Astori. Il codice di comportamento voluto da Prandelli all’inizio della sua avventura azzurra e sottoscritto dal gruppo sembra arrivare al punto più alto di applicabilità o meno: alle porte ci sono iMondiali ed oggi tornano prepotentemente d’attualità le voci di tutti coloro che si domandavano cosa sarebbe accaduto se una gomitata, uno sputo o una manata fosse andata in scena in queste ore. Prandelli tiene la barra dritta, qualcuno invoca due pesi e due misure : il codice etico presenta il suo conto più salato.