La penna degli Altri 05/05/2014 12:45
Il Punto del Lunedì - Dotto, Caputi
Ieri prima vera debacle stagionale della Roma di Garcia: i giallorossi affondano sul campo del Catania, dimostrando di aver ormai gettato totalmente la spugna per il campionato, e consegnano a Conte il suo terzo scudetto consecutivo senza che la Juventus debba nemmeno scendere in campo.
Parte così l'analisi di questa stagione, con le solite polemiche, dovute anche al fatto che grazie alla vittoria sui capitolini, il Catania riapre nettamente la lotta salvezza, che pareva ormai chiusa.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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CORRIERE DELLO SPORT - G. DOTTO
[...] Pjanic ieri era il suo contropianista. Giocava con l’ostentata svogliatezza di chi dice alla plebe: “Vi siete goduti il mio capolavoro, beh, non abituatevi troppo bene, beccatevi ora la parte peggiore di me”. Problema: con quale faccia il suo procuratore oggi, domani o mai si presenterà da Sabatini a chiedere quattro, ma anche tre milioni? Un vero fenomeno non vive parassitario delle sue imprese isolate. Esageriamo? Esagerato è il nome Roma, esagerate sono le passioni, i crampi cardiaci che si porta dietro. Unica. Per dire, in un'idea come Roma Benatia è più vitale di Pjanic. Ora, lo sento, è già partito il dalli all’untore di massa, l’aggressione virale a Rudi Garcia. Mascherato da pensiero, un comodo luogo comune alla portata di qualunque labbro microfonato: “E’ stato lui, con il suo chiamarsi fuori dallo scudetto, a staccare la spina della squadra!”. Balle. I giocatori avevano la grande occasione ieri di dimostrare a se stessi e al mondo che la loro corsa non è mediocremente su qualunque Juve, ma su se stessi, sulla loro scoperta mania di scoprirsi grandi.
[...] Unica consolazione di una domenica da buttare: un Garcia così inferocito non si era mai visto.
IL MESSAGGERO - M. CAPUTI
Lo scudetto si può vincere anche davanti alla televisione, come ha fatto la Juventus che ha formalizzato e giustamente festeggiato in ritiro, senza neanche giocare, il suo terzo consecutivo. Il successo finale era annunciato da tempo, solo la Roma e la matematica hanno tenuto in vita un campionato che, altrimenti, sarebbe stato assegnato nella noia già qualche mese fa. La Juventus, oltre che se stessa, pub dunque ringraziare la squadra di Garcia per essere stata l'unica e degna contendente, con l'unico torto di avergli consegnato la vittoria nel modo peggiore, crollando miseramente a Catania. Complimenti a Conte e alla sua squadra, è uno scudetto ricco di record, meritato, frutto di una supremazia partita tre stagioni fa. Le grandi protagoniste della stagione si troveranno di fronte domenica in un match che ha enormi significati, purtroppo non solo sportivi. Il calcio italiano e l'intero Paese sono stati umiliati da quanto accaduto in Coppa Italia. La sensazione d'impotenza è stata forte, per questo fra sei giorni, proprio all'Olimpico, ci sarà l'opportunità per ridare speranza e una risposta concreta. Il calcio è passione e sana rivalità in campo e sugli spalti, va riconsegnato alla gente per bene e ai veri tifosi, ricondotto a quello che è: un evento che aggrega, non una guerra. Domenica prossima pub essere un'occasione da non perdere, una serata dove lo spettacolo agonistico sarà assicurato dalla voglia di entrambe le formazioni di dimostrare la loro forza, nel quale il pubblico avrà il ruolo per renderlo ancora più suggestivo. Le istituzioni, tutte presenti in tribuna all'Olimpico sabato scorso, devono impegnarsi da subito nel dare segnali concreti. Basta chiacchiere e promesse che si perdono, come la nostra dignità. Come possiamo tornare a riempire gli stadi, anche quelli di proprietà, se queste sono le condizioni? Come spieghiamo ai nostri figli adolescenti che non possono entrare negli stadi perché non hanno la tessera del tifoso, mentre entra di tutto, anche le bombe carta?