La penna degli Altri 12/05/2014 11:12
Il gomito di Chiellini imbarazza Prandelli: domani la lista dei 30
LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA) - GLI incorreggibili bambini azzurri hanno passato una notte agitata prima della maturità e fatto un po’ disperare Prandelli. Certi comportamenti il ct gradirebbe non vederli più, ma dovrà chiudere un occhio: il Mondiale è fra un mese e non è il caso di filosofare sul codice etico se di mezzo c’è la ragion di Stato.
Giorgione Chiellini, già ammonito, ha alzato il gomito con Pjanic in barriera su una punizione di Pirlo, gli ha preso il muso e l’ha fatto sanguinare, anche se poi s’è scusato in fretta. Ciro Immobile, a un passo dal titolo di capocannoniere, prima ha reagito male nella baruffa dopo l’espulsione di Lucarelli, poi si è preso il secondo giallo per simulazione. Ci saranno entrambi, per carità, nella lista dei 30 preconvocati che il ct diramerà domani: il fallo del difensore è considerato non violento, la foga della punta un eccesso veniale. Però soltanto un mese fa Prandelli, esclusi De Rossi dall’amichevole contro la Spagna e Destro dall’ultimo stage, aveva dato un ultimatum al gruppo: «Chi sbaglia sta a casa, non chiamerò atleti squalificati per certi atteggiamenti, non mi serve il giudice sportivo per valutare».
Inevitabile, sul momento, la domanda: e se qualcuno dovesse sbagliare proprio alla penultima giornata, prima del listone mondiale? «Non succederà, sono sicuro dei miei ragazzi», giurava Cesare. Il nodo, oltre che etico, è pratico: gli italiani hanno fama di cattivi e simulatori, gli arbitraggi internazionali sono spietati, il ct vuole una squadra irreprensibile al Mondiale. Pjanic, che la coppa la giocherà con la Bosnia, è stato duro: «Non mi piace parlare di altri giocatori, ma certe scene si vedono sempre. Il sangue non esce da solo, Chiellini era già ammonito, l’arbitro non ha voluto punirlo di nuovo, non so perché. Ma Destro si è preso quattro giornate... ». Di queste, tre per il fallo (con goffa simulazione accessoria) su Astori. Garcia equiparò la sentenza a quella Bosman, per evidenziarne la portata rivoluzionaria sul piano giurisprudenziale: l’arbitro aveva visto e sanzionato l’azione, non il pugno.
Perciò il rischio della prova tv c’è anche stavolta, anche se Chiellini è sereno: «Sono tranquillissimo, era uno schema da basket per mandare al tiro Asamoah. Non c’era cattiveria, con l’arbitro a due passi: solo spinte reciproche, ho chiesto scusa alla panchina della Roma, non volevo prendere Pjanic proprio lì, non basta sfiorare l’avversario per parlare di pugni». Il bianconero, leader della difesa azzurra, ha uno stile rude che tanti nemici vorrebbero veder punito (polemiche già per una carezza troppo affettuosa a Emeghara del Livorno). «Il mio modo di giocare è questo, mi serve a tenere alta la concentrazione, certi cori contro forse me li cerco, ma si sta montando qualcosa che non c’è, questi contatti non vanno ingigantiti, è il calcio». Una sanzione da Tosel oggi creerebbe solo imbarazzi nel clan azzurro.
Prandelli si è preso tutto il tempo per limare la sua lista (da cui poi dovrà scegliere i 23 per il Brasile entro il 2 giugno) e decidere su Pepito Rossi. Ieri anche Montella è stato scettico: «Non è in condizione, non l’avrei rischiato se non ci fosse stato il Mondiale di mezzo, non vorrei essere nei panni di Prandelli». Un grande rimpianto l’ha dato ieri El Shaarawy, finalmente guarito, e l’ha dimostrato, ma fuori tempo massimo per la coppa. Al tramonto, si è ricandidato anche Osvaldo, al primo gol in campionato: «A parole sembra che io sia fuori, ma nelle convocazioni ci sono sempre da due anni a questa parte». Un anno fa segnava decisamente di più ma perse il Brasile proprio all’ultimo: era stato troppo cattivo.