La penna degli Altri 09/04/2014 09:45

Scatta subito il codice etico. Prandelli «congela» Mattia

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GASPORT (M. CECCHINI) - Modesto consiglio a Cesare Prandelli, rubato alle riflessioni del grande scrittore Carlo Emilio Gadda: «Non preoccuparti della vita, perché comunque non puoi uscirne vivo». Fare il c.t. di un calcio malato, e per di più alla vigilia di un Mondiale, è infatti arte degna di kamikaze o equilibristi. Ma a dispetto dell’incongruo rimbombo mediatico (in un Paese pieno di meraviglie e problemi quotidiani, l’«hashtag» di ad un cento punto ieri era il primo: sarà normale?), Prandelli va avanti con le sue idee e così , qualsiasi sarà la decisione che prenderà venerdì la Corte di Giustizia Federale, non prenderà parte al raduno della Nazionale in programma il 14 e 15 aprile a Coverciano. Motivo chiaro: qualsiasi cosa venga decisa, la manata (con simulazione) resta.

Rinvio per gli «stranieri» L’attaccante, però, può stare tranquillo perché tra i 35 che effettueranno i test non ci saranno neppure quelli che giocano all’estero (Sirigu, Verratti, Thiago Motta, Giaccherini), anche loro rinviati più avanti, senza contare che alcune delle prove potrebbero essere fatte nei club di appartenenza. Non tutti, però, visto sto che alcuni riguarderanno delle simulazioni delle condizioni brasiliane riguardo a caldo e umidità. Venerdì, comunque, la lista sarà diramata e non dovrebbe contenere novità rispetto ai consueti «azzurrabili» se si eccettua il ritorno di Cassano (nonTotti né Toni) o l’ingresso di baby stile Scuffet. Da segnalare poi il blitz degli juventini, che lunedì sera saranno impegnati a Udine e così nella notte (o al massimo martedì mattina) piomberanno a Coverciano per i test. Le date da tenere a mente però sono il 13 maggio (lista dei 30) e 2 giugno (quella dei 23), con sostituzioni «libere» solo in caso d’infortunio.

Figc con Prandelli Nonostante le polemiche, la Figc si schiera con Prandelli. «Sappiamo che la giustizia sportiva è una cosa, altra invece la valutazione in base al codice etico», dice il presidente Abete. E Albertini, responsabile del club Italia, aggiunge: «Il codice è stato sempre applicato in base agli atteggiamenti». Proprio così, ma un pizzico di sconforto si percepisce, visto che con la regia dei club ormai si polemizza quasi sempre sulle sanzioni e quasi mai su ciò che le ha innescate, ovvero gesti gravemente sbagliati. Ma in questa Italia «tifosa», a chi interessa l’etica (sportiva e non)?