La penna degli Altri 30/04/2014 11:27
Prandelli: "Destro è uscito dal guscio. Totti? Se fossi in emergenza, saprei dove rivolgermi.."
CORSERA - Cesare Prandelli, tecnico della Nazionale italiana, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del famoso quotidiano. Spaziando tra i vari argomenti che animano la discussione intorno agli azzurri, questi mesi prima dei mondiali, l'allenatore parla anche di Destro, Totti e del tanto criticato codice etico.
Questi alcuni estratti delle sue parole:
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La sensazione è che, rispetto alla vigilia degli Europei, specialmente in attacco, la situazione sia più complessa...
«Sono contento di avere dei dubbi, due anni fa ce n’erano pochi. Stavolta sono di più ed è meglio. Se un c.t. può scegliere tra 8-9 giocatori vuol dire che c’è un progetto tecnico. Qualche mese fa andava peggio perché i ragazzi non crescevano. Invece, in questo ultimo periodo, Destro e Immobile sono usciti dal guscio e hanno dato risposte confortanti. I giovani sono una risorsa, non un timore. Cabrini e Rossi nel ‘78 erano esordienti e in Argentina sono stati protagonisti. Niente paura».
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Totti e Toni: la vecchia guardia è fuori?
«Sono due campioni e non vorrei liquidarli con poche battute. Diciamo che se dovessi fronteggiare un’emergenza, saprei chi andare a prendere».
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Il codice etico provoca sempre polemiche.
«C’è confusione, perché la vogliamo creare; c’è molta faziosità, c’è tanto pathos, ci sono i giornalisti tifosi. Solo quando inizia un evento, diventiamo tutti italiani. Il codice, che noi non abbiamo mai chiamato etico, è un modo di essere e nasce a Coverciano, parlando con i ragazzi e con chi aveva più di 100 presenze in nazionale. A loro ho detto che nelle domeniche delle convocazioni non vorrei mai vedere un pugno, una gomitata, un gesto di reazione. E ho chiesto: è giusto che chiami uno che si comporta così? E loro mi hanno detto: no, non è giusto. In questi 4 anni nessun giocatore si è lamentato. Si è lamentato qualche dirigente, ma solo quando ha fatto comodo. Nel momento in cui non ho portato Osvaldo alla Confederations, nessuno ha avuto da ridire perché il campionato era finito. Altre due cose: il giudice sono io e non devo aspettare l’esito della giustizia sportiva. E il codice sarà ridiscusso solo quando i giocatori diranno che non sono più d’accordo».