La penna degli Altri 28/04/2014 13:12
Il punto del Lunedì - Caputi, Mura, Sconcerti
Nella giornata in cui il calcio perde un grande protagonista come Vujadin Boskov, scomparso ieri all'età di 82 anni, tornano le polemiche in stile anni '80 tra Roma e Juventus, nella dialettica tra Antonio Conte, tecnico bianconero, e Rudi Garcia, allenatore capitolino. Lo juventino accusa il francese di provincialismo, e la società giallorossa non si fa pregare per una risposta decisa.
Con i mondiali che si avvicinano, però, il discorso si sposta anche sulle convocazioni: nell'anno dei tanti bomber del nostro campionato, chi portare in Brasile?
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL MESSAGGERO - M. CAPUTI
Battendo il Milan senza alcun calo di concentrazione, nonostante la certezza del secondo posto, la Roma ha dimostrato di non voler lasciare nulla d’intentato. È il suo encomiabile tentativo di onorare fino all’ultimo la splendida stagione e l’entusiasmo dei propri tifosi. Grazie alle vittorie consecutive e al calendario che la fa giocare prima, sta provando a mettere un pò di pressione a chi le sta davanti, regalando ancora interesse al campionato. Quando Roma e Juventus lottano fra di loro per qualcosa, il duello non è e non sarà mai banale. Se poi al comando delle due squadre ci sono tecnici come Garcia e Conte, uno abile comunicatore, l’altro permaloso e con la sindrome dell’accerchiamento, la sfida fa inevitabilmente scintille. La provocazione maliziosa del francese sull’impegno delle avversarie proprio non è andata giù all’allenatore dei campioni d’Italia. Sia La Roma sia la Juventus, in alcuni turni, hanno incontrato squadre non particolarmente motivate, lo sanno e lo hanno visto tutti, anche Garcia, solo che Conte si è risentito. Eppure, come ha fatto Chiellini, dovrebbe renderemerito alla Roma. Il terzo scudetto consecutivo bianconero avrà ancora più valore proprio per aver avuto, nell’assenza totale delle altre squadre, una degnissima avversaria come quella giallorossa. Semmai, delle battutine di Garcia, si sarebbero dovute piccare le squadre che hanno affrontato la Juventus. Di Francesco, per conto suo e del Sassuolo, lo ha fatto.
LA REPUBBLICA - G. MURA
Addio, zio Vuja. Ti sia lieve la terra vorrei dirlo in tutte le lingue che parlavi tu. Benissimo solo quella di dov’eri nato, a due passi da Novi Sad. Le altre, italiano e tedesco, spagnolo e inglese, quanto bastava per farsi capire. E ricordare. Un po’ come con Rocco, c’è il rischio di ricordare solo le tue battute, di una semplicità bertoldiana. Rigore è quando arbitro fischia. Meglio perdere una volta 6-0 che sei volte 1-0. Gullit è come cervo che esce di foresta. Battute bonarie, solo una provocò un gran casino a Genova, quando desti a intendere che l’abilità pedatoria del tuo cane era superiore a quella del genoano Perdomo (che fece partire una querela). Fine delle battute, perché è un giorno triste, perché l’Alzheimer è una brutta bestia. Preferisco pensare all’aprile del ’92, quando da Novi Sad ti avevano telefonato perché intendevano dedicarti lo stadio. «Guardate che sono ancora vivo», avevi risposto. Anch’io ti avevo telefonato, giorni prima, per chiedere un’intervista in cui si parlasse di tutto, non solo della Samp che aveva vinto lo scudetto e che sognava la finale di Coppa campioni a Wembley. «Tu vieni a mia casa e stiamo più tranquilli. No te preoccupa, Yelena buona cuoca».
IL CORRIERE DELLA SERA - M. SCONCERTI
Balotelli ha perso centralità nel progetto di Prandelli e in quello del Milan. E che questo sta avvenendo per semplici considerazioni tecniche, non per cattive abitudini. Immobile non può non andare in Brasile, sarà anzi difficile non trovargli posto in squadra. Destro è di quel valore. Toni sta giocando forse la sua migliore stagione. (..) Invecchiando i grandi giocatori hanno bisogno di lunghi stop. Baggio e Totti sono stati i più bravi ad usare gli infortuni per guadagnare tempo, per riposarsi allenandosi (..)