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La penna degli Altri 26/04/2014 12:35

Fenomeno Pjanic, la Roma ci crede. Balotelli ai minimi poi litiga con tutti

Tabellone_Finale

LA REPUBBLICA (E. CURRO') - La guerra per lo scudetto, fin qui incruenta per il disarmo unilaterale di tutti gli avversari della Roma esclusa, si è prolungata almeno per un’altra giornata di campionato. Il merito è naturalmente dell’unica ostinata rivale, in grado di opporsi al trionfale cammino dei predestinati attraverso due armi sconosciute alle altre iscritte a questa scialba serie A: la forza difensiva e il talento puro di qualche artista, nella fattispecie di , slalomista sempre più notevole. Ieri i discepoli di hanno ridimensionato quelli di Seedorf, smorzando assai l’effetto scenico della recente rincorsa del Milan all’Europa League e battendo, con 85 punti e 9 vittorie consecutive, il record della storia giallorossa.

Ora per la Roma si tratta di attendere il risultato altrui: aspetta di vedere se il Sassuolo riuscirà a fare inciampare la , dando un senso non soltanto estetico al duello dell’Olimpico alla penultima. Invece il Milan aspetta qualcosa in più del semplice esito delle partite di Inter e Parma: il giudizio di Berlusconi su Seedorf e soprattutto il derby del 4 maggio, ormai la data limite per la sentenza sull’allenatore. Sconfitta romana è stata, e pure netta, però senza il tracollo, che avrebbe reso più vulnerabile il neofita abbandonato dal suo stesso pigmalione. La nitida differenza di tecnica, organizzazione e coesione è emersa presto. Malizia impone di rilevare anche una certa differenza tra gli strateghi: l’affiatamento e i sincronismi consolidati da hanno mascherato benissimo le assenze di , , e Balzaretti.

La tattica di Seedorf, viceversa, ha obbedito all’estemporaneità, figlia forse della consapevolezza dei limiti della squadra: mutuata dalla recente impresa di Firenze, con la sola eccezione di Muntari per lo squalificato De Jong, la formazione ha delegato i contrattacchi allo stanco Kakà e al fumoso Taarabt, mentre Honda faceva l’ala molto tornante (immolandosi all’ammonizione) e Balotelli opponeva conati di fantasia agli insulti del pubblico, che lo ha subito eletto a bersaglio, fino alla sostituzione con Pazzini, da lui contestata. E alla fine Mario ha sfogato la rabbia contro i commentatori Sky («Non ho capito il cambio, forse è perché non sono un top player, come dite voi»), in particolare contro Marocchi («Non capisce niente di calcio»).

La fantasia vera l’avevano d’altronde esibita , nel fazzoletto di campo dal quale disegna ghirigori preziosi, e soprattutto . Dopo uno squisito assist, non sfruttato da , il suo gol dell’1-0, firmato a fine primo tempo a suggello della su premazia nel palleggio, entra nella galleria dei capolavori del campionato, con la cavalcata quasi maradoniana, a superare di slancio come birilli Muntari (già ammonito, avrebbe rischiato l’espulsione), Montolivo e Rami.

È stata tuttavia la ripresa a certificare l’impotenza del Milan e la forzatura di qualche scelta iniziale, come l’esclusione dei terzini titolari azzurri Abate e De Sciglio e degli aspiranti al Mondiale Poli e Pazzini, ormai frustrati loro malgrado, con buona pace di Prandelli. Il contropiede della Roma ha fatto a fette le fasce laterali e il centrocampo. Dopo il fisiologico raddoppio di Gervinho, in lieve fuorigioco sulla respinta di Abbiati al di , il gusto per la calligrafia ha prevalso sulla tentazione di infierire. Il che, a volte, è perfino più crudele.

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