La penna degli Altri 10/04/2014 11:24
Destro, ricorso tra sette giorni
IL ROMANISTA (D. GALLI) - La Corte di Giustizia Federale discuterà giovedì prossimo il ricorso della Roma contro la stangata di Destro, le quattro giornate di squalifica - tre più quella automatica per cumulo di ammonizioni - comminate a Mattia per la manata al cagliaritano Astori dal giudice sportivo su gentile ma pressante richiesta delle televisioni. Il centravanti romanista ha saputo della mazzata lunedì a pranzo, a Trigoria. È sorpreso, dispiaciuto, confida nel ricorso. Intanto fino a sabato, fino a dopo Roma- Atalanta, non parlerà nessun tesserato.
Non sono programmate interviste esclusive. Non esistono precisi ordini di scuderia, sia chiaro, diciamo che dopo le incisive parole del diggì Mauro Baldissoni - «siamo sconcertati e preoccupati dalla deriva che sta prendendo la giustizia sportiva, andremo fino in fondo» - la società si è presa quella che a Trigoria definiscono «una pausa di riflessione». La rabbia è pari all’ingiustizia che la Roma e i romanisti sono convinti di avere subìto. Il ricorso. La Roma avrebbe preferito affrontarlo immediatamente, invece dovrà aspettare una settimana. La società dovrebbe ricevere entro stamattina sia copia del referto dell’arbitro Massa, sia la relazione della Procura Federale al giudice sportivo, dove si motiva la scelta di richiedere la prova tv. Mai come stavolta si tratta di documenti decisivi ai fini del successo o meno del ricorso. Sono almeno due i cavalli di Troia sui quali la Roma può puntare per scardinare il castello del giudizio di primo grado.
In primis l’ammissibilità della prova tv. Possibile che ce ne sia stato bisogno, nonostante ben sei ufficiali di gara fissassero l’azione, e tra questi soprattutto l’arbitro che ha sanzionato Destro per un fallo su Astori? Si rischia di creare un pericoloso precedente, un vulnus per la classe arbitrale, verrebbe di fatto introdotta la moviola su decisioni prese sul campo e non più solo per fatti sfuggiti perché magari accaduti a palla lontana. Qui non poteva sfuggire nulla, qui era tutto palese, qui tutti stavano guardando l’azione incriminata. Questa porta aperta verso il nulla, verso il vuoto, potrebbe avere spaventato il presidente federale Giancarlo Abete, che non pecca di acume oltre che di doti diplomatiche e che in questa occasione ha detto forse molto più di quello che ci sarebbe aspettati. E non a caso. «La Roma ha annunciato ricorso, è opportuno attendere il termine dell’iter della giustizia sportiva - ha sottolineato Abete - sia nella logica dell’autonomia, terzietà e indipendenza degli organi di giustizia, sia perché stiamo parlando di fattispecie che sono soggette a giudizio degli organi giudicanti e abbiamo avuto anche recentemente una fattispecie che è stata diversamente valutata in primo e secondo grado».
Il presidente della Figc si riferisce al difensore del Chievo Nicolas Frey, che si è visto annullare dalla Corte Federale la squalifica per tre giornate per un calcio a Balotelli. Da tre a zero, perché la Corte ha dichiarato inammissibile l’utilizzo della prova tv. C’è poi un secondo possibile maxi-punto nel ricorso romanista. Esiste una questione di merito. La manata di Destro ha rappresentato davvero una «condotta violenta», come scrive il giudice sportivo nel comunicato, «connotata dagli elementi dall’intenzionalità e dalla potenzialità lesiva»? Per la Roma proprio no.
Per inciso, il 17 la società potrebbe produrre in giudizio anche qualche filmato. In questo campionato sono avvenuti molti episodi, anche gravi, per i quali - domandate a Chiellini - non è stato chiesto l’ausilio dell’occhio del Grande Fratello. Occhio sempre molto vigile quando gioca la Roma, come orecchio molto fine hanno gli ispettori federali quando a tifare sono i romanisti. Ma questo è un altro discorso. Oppure è lo stesso?