La penna degli Altri 30/03/2014 11:12
Politici e ultrà. Prove di dialogo oltre le tessere
GASPORT (G. SPECCHIA) - Mai come quest’anno, in Italia, si è parlato e scritto di ultras. Un universo composto da migliaia di tifosi che, complice la progressiva desertificazione degli stadi italiani, riesce a far sentire sempre più forte la propria voce. E non solo dalla curva al campo... Un movimentismo, alla maniera dei grillini, in grado di coagulare in alcune piazze il malcontento di tutta la tifoseria, o meglio di quelli che frequentano abitualmente gli stadi. Tra i bersagli le stesse società, in difesa delle quali è intervenuta venerdì la Lega calcio che, dopo gli attacchi a Lotito, minaccia di citare tutti per danni. Ma c’è anche chi si apre al dialogo. E così la stagione degli ultras 2.0, quella dei comunicati web che intasano i siti delle curve, culminerà l’11 aprile, a Roma, vicino al Senato, con l’incontro tra i rappresentanti di una ventina di tifoserie e una delegazione bipartisan di politici.
Faccia a faccia Da una parte i rappresentanti di Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Pd e Radicali, dall’altra alcuni gruppi di Sampdoria, Atalanta, Brescia, Milan, Udinese, Padova, Bologna, Napoli, Parma, Avellino, Fiorentina, Genoa, Ascoli, Venezia, anche in questo caso tifoserie bipartisan, dalle diverse connotazioni politiche. All’incontro parteciperanno gli avvocati penalisti Giovanni Adami e Lorenzo Contucci, che ormai da anni passano intere giornate nei tribunali e nei Tar per far valere i diritti di migliaia di tifosi colpiti da Daspo, il divieto di accesso agli stadi comminato dalle questure.
Ordine del giorno Uno dei due grandi temi che verrà trattato nell’incontro romano tra tifosiultras e politici riguarderà proprio il Daspo. O, meglio, gli articoli 8 e 9 della legge 41 del 2007 e la successiva interpretazione che di essi hanno dato le determinazioni dell’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive. Oggi, infatti, un soggetto che ha regolarmente scontato il Daspo è costretto a disertare lo stadio per altri 5 anni qualora intervenga, una volta terminato il Daspo, una sentenza di condanna di primo grado per i medesimi fatti per cui anni prima era stato irrogato il provvedimento. In pratica si finisce per scontare due volte la condanna. Senza contare che ormai lo stesso strumento del Daspo fa acqua da tutte le parti. Nell’ultimo mese ne sono stati annullati 129 dai soli Tar di Liguria e Toscana, ma il conto ammonta ormai a migliaia con numerosissimi casi di assoluzione davanti ai tribunali penali, di annullamento da parte del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione e, in alcuni casi, con le questure e il ministero dell’Interno condannati a pagare le spese legali. L’altro grande tema dell’incontro del prossimo 11 aprile riguarderà la Tessera del Tifoso. Mentre il Movimento 5 Stelle – nato dal web come l’anima movimentista degli ultras italiani si è subito mostrato sensibile all’appello dei tifosi, forse non è un caso che, per ora, non ci sono state adesioni da parte dei leghisti di Roberto Maroni. Ormai il fronte antitessera è decisamente aumentato, anche al di fuori delle curve. L’onorevole Mario Tullo e il senatore Marco Perduca, del Pd, hanno addirittura posto la questione in diverse interrogazioni parlamentari. Giovanni Malagò, presidente del Coni, tempo fa ha invece puntato l’indice contro il non trascurabile lato burocratico della vicenda: «Penso che la tessera del tifoso abbia fatto il suo tempo. Credo non sia possibile accettare che per colpa di poche persone ci sia una forte penalizzazione, in termini di complessità procedurali e burocratiche, a danno di un’intera comunità». Al di là degli schieramenti, la speranza dei tifosi è che si porti a termine la modifica degli articoli 8 e 9 che, di fatto, non porrebbe fine alla tessera del tifoso, ma al progetto tessera voluto da Maroni.