La penna degli Altri 19/03/2014 10:34
Moggi: «Adesso parlo io»
IL TEMPO (N. IMBERTI) - «Ieri il mio avvocato ha chiesto di poter avere le motivazioni della sentenza. Gli hanno detto: gliele diamo domani. E stamattina me le ritrovo sui giornali». Più che arrabbiato Luciano Moggi è incredulo. «Ma le pare possibile?» ripete mentre legge gli stralci pubblicati un po’ ovunque. Parlano delle sue «dure telefonate» con Pairetto, Bergamo e Mazzini. E lui si domanda: «Ma come? Non eravamo un’associazione che andava d’amore e d’accordo?».
Beh, ma lei era il «capo di tutto».
«Si dovrebbero solo vergognare. Hanno fatto tutto quello che volevano. Ma se pensano di mettermi paura si sbagliano».
E le «molteplici» prove citate dai giudici dove le mette?
«Sfido a trovare un solo elemento probatorio emerso durante il processo. Si tratta di affermazioni ad effetto completamente scollegate dal dibattimento».
Però le intercettazioni ci sono.
«Le intercettazioni? Le faccio sentire io le intercettazioni, quelle che i giudici non hanno voluto ascoltare».
Sta dicendo che è pronto a passare al contrattacco.
«Collegatevi stasera sul canale 825 di Sky. Anzi lancio un appello a tutti i tifosi della Juventus. Collegatevi, ne sentirete delle belle».
Cioè?
«Farò ascoltare quando Bergamo telefonava a Galliani e, dopo un Milan-Juventus, confessava: "Io e mia moglie abbiamo pianto per la sconfitta". O quando chiamava Meani e gli diceva: "Ho questi 5 arbitri per Torino, dillo a Galliani". E lui rispondeva: "Non ci mandare De Santis che innervosisce i ragazzi, gli altri vanno bene"».
Perché la Corte non le ha volute ascoltare? A questo punto Moggi si ferma e si congeda «preferisco non aggiungere altro. Ma da stasera parlo io». Rivolgiamo la stessa domanda al suo avvocato Maurilio Prioreschi. «Non ho ancora le motivazioni - spiega - ma quello che ho letto sui giornali non mi stupisce. La decisione di rigettare la richiesta di ascoltare le telefonate emerse dopo la sentenza di primo grado era già indicativa di un atteggiamento. Ora dicono addirittura che il sorteggio era ambiguo. Eppure nel processo è chiaramente emerso che i sorteggi erano correttissimi. Abbiamo interrogato i giornalisti che li facevano e tutti hanno confermato che non c’era alcunchè di illegale. Dicono che è quello che emerge dalle intercettazioni: quali? Spero di avere presto il fascicolo ma per ora si tratta di affermazioni slegate dalla realtà». Perlomeno da quella che, da stasera, Moggi proverà a ristabilire.