La penna degli Altri 19/02/2014 09:00

Roma città... spaccata

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GASPORT (C. ZUCCHELLI) - La lotta scudetto? Quella per la ? Tutto messo da parte, tutto accantonato. Roma à aperta è diventata Roma (giallorossa) à spaccata. Da quella che, più di qualcuno, ha definito «la questione Vesuvio». Da una parte ci sono i molti (ma non tutti) tifosi abituati ad andare nei settori più caldi del tifo che continuano la loro battaglia, dall’altra ci sono gli altri (la grande maggioranza), quelli che si sentono penalizzati e, soprattutto, poco rappresentati dai romanisti di curva. Nel mirino di una tifoseria sempre più divisa, il giudice sportivo Tosel, le istituzioni del calcio e persino, seppur in minima parte, e il capitano , che si sono fatti portavoce del pensiero della squadra, chiedendo ai tifosi di non «compromettere la possibilità di starci vicino».

Battaglia Ormai tra gli ultrà della Roma e le istituzioni è guerra aperta. I cori di domenica contro la Samp, proprio quelli che avevano portato alla delle curve, ripetuti dai Distinti e applauditi da gran parte dello stadio, sono stati l’ennesimo guanto di sfida. C’è chi li condivide e per radio o su dice «dobbiamo continuare a lottare contro questa norma ingiusta, siamo noi i primi a soffrire nel non andare allo stadio» e chi, invece, ha deciso il prossimo anno di non rinnovare l’abbonamento. Il rischio della class action c’è, la certezza di una figuraccia a livello europeo, che poco è piaciuta a Pallotta, è invece realtà.

La proposta Altra realtà potrebbe essere quella di uno stadio con soli tifosi interisti sabato 1 marzo. MyRoma, azionariato popolare di tifosi giallorossi, ha lanciato l’idea di un Olimpico deserto: «TiAmoMaNonEntro» è lo slogan, l’obiettivo è quello di lanciare un messaggio al club ma soprattutto alle istituzioni che, c’è scritto sul sito dell’associazione, «vogliono trasformare i pochi coraggiosi tifosi che ancora vanno allo stadio in clienti consumatori». Nel frattempo, mentre i politici come Cicchitto e La Russa dicono che «si sta esagerando, sono norme fatte apposta per i ricattatori», i giocatori si informano su quello che sta succedendo. Molti stranieri hanno chiesto cosa fosse la discriminazione territoriale, gli italiani glielo hanno spiegato, con non poco imbarazzo. Tutti sono d’accordo nel dire che lo stadio vuoto penalizza la squadra e portavoce di questo pensiero è stato, dopo , anche e soprattutto il capitano, , che non si è tirato indietro quando gli è stato chiesto di prendere posizione. Le sue parole però non sono state apprezzate da una (minima) parte dei tifosi e questo ha creato l’ennesima spaccatura. E ha fatto dire a un suo compagno di squadra: «Dopo tutto quello che stiamo facendo quest’anno, non lo meritavamo».