La penna degli Altri 26/02/2014 08:56
Quel giorno azzurro ad Auschwitz
GASPORT (A. CATAPANO) - L’emozione, palpabile perfino attraverso il video, sta negli occhi lucidi di Federico Balzaretti, commosso pure quando, a distanza di mesi, ricorda quella giornata; o nelle parole di Cesare Prandelli, ancora sgomento: «Lì trovammo il senso della vita». Lì è il campo di concentramento di Auschwitz e il campo di sterminio di Birkenau, i simboli della ferocia nazista, i luoghi della «soluzione finale», dove la Nazionale azzurra impegnata agli Europei fece tappa il 6 giugno 2012. Oggi, dopo mille sforzi, quella «straordinaria giornata di educazione e memoria », come la definisce il presidente federale Abete, è diventata un toccante dvd, intitolato «I campioni ricordano », realizzato da Robert Hassan e in vendita fino a fine mese abbinato a Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport.
Spiazzante «Toccante, sì — spiega Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma e padrone di casa nel museo che ospita la presentazione —, anche perché i calciatori furono accompagnati da tre ebrei italiani sopravvissuti a quella tragedia, Samuel Modiano, Piero Terracina e Hanna Kugler Weiss. L’immagine di questi ragazzi seduti sui binari della morte ad ascoltare in silenzio, vale più di mille parole». E per capire l’emozione che quel giorno spiazzò gli azzurri, basta ascoltare il ricordo di Daniele De Rossi: «Mi sentivo preparato, pensavo che mi sarebbe bastato quello che avevo letto sui libri di storia, e invece...».
Monito Fa una certa impressione, oggi, parlare di questa iniziativa in una fase decadente del calcio italiano, dei suoi usi e costumi. «Per questo — ammonisce Riccardo Pacifici, che non nasconde le sue simpatie romaniste — dobbiamo sfruttare queste iniziative per fare fronte comune contro gli spacciatori d’odio e i razzisti da stadio. I calciatori non siano più indifferenti ai cori che si ascoltano negli stadi, gli arbitri fermino le partite e le curve vengano svuotate dei facinorosi. Nessuna tolleranza di fronte alla discriminazione territoriale: se non viene fermata rischia di diventare qualcosa di più. E l’Italia ha già scoperto il razzismo contro gli ebrei e i terroni». Parole sante.