La penna degli Altri 20/02/2014 09:05

La società interrompe la vendita dei biglietti

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IL TEMPO (E. MENGHI) - Stavolta la Roma ha scelto di prevenire, anziché curare, e ha chiuso la vendita dei biglietti di Curva Nord e Distinti Sud per la gara con l’Inter, in attesa del giudizio dell’Alta Corte del Coni, che martedì 25 si esprimerà sul ricorso presentato dalla società di Trigoria, che fino all’ultimo proverà a riaprire i settori squalificati. Chi avesse già in tasca il biglietto per il primo marzo potrà chiedere il cambio posto, annullando il tagliando precedentemente acquistato e prenotando un posto in tribuna, pagando la differenza. Nulla da fare per gli abbonati, che né possono essere sistemati altrove, né possono essere rimborsati: «Chi acquista un abbonamento – ha avvisato il presidente del Codacons Carlo Rienzi – ha diritto ad avere indietro i soldi, quando gli viene impedita la possibilità di accedere allo stadio per responsabilità di terzi. Per tale motivo, chiediamo all’ A.S. Roma di disporre rimborsi automatici e presenteremo un’istanza all’Alta Corte di Giustizia e alla Procura della Repubblica di Roma, affinché valutino eventuali profili penali in caso di inottemperanza».

Sul web i tifosi «danneggiati» sono stati invitati ad aderire al ricorso redatto dagli avvocati Scardone e , «contro il provvedimento che lede un diritto civile», ma sotto al post prevalgono gli insulti: «Vergogna, così si insegna a discriminare». Nel contratto sottoscritto dagli abbonati non c’è alcun diritto al rimborso in caso di del campo o, come in questo caso, di alcuni settori dello stadio. A far paura alla Roma è tutt’altro: nuovi cori a potrebbero portare a pene più severe delle precedenti. Difficile che si arrivi alla penalizzazione in classifica: sta alla discrezione di Tosel applicare la norma che comunque prevede, in caso di «successive violazioni» (genericità che «salva» la Roma), prima la del campo e poi anche la sottrazione di punti. Sta ai tifosi scegliere se perpetuare nelle provocazioni o dar retta al loro capitano e arrendersi in virtù di uno scudetto in cui i giocatori in primis credono.