La penna degli Altri 14/02/2014 08:30
Garcia bastone e carota
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Rieccolo. Il dolore della sconfitta, quello che Andreazzoli ha cercato, invano, di far riscoprire alla squadra lo scorso anno. Da quando è arrivato Garcia, a Trigoria si sono quasi scordati quanto faccia male. Ma mercoledì al San Paolo, per la seconda volta in stagione dopo il crollo di Torino con la Juve, la squadra ha dovuto riscoprire la spiacevole sensazione.
Rudi ha gestito il post-Napoli in modo «serio», ma neppure alzando più di tanto la voce. Non una sfuriata come quella che Conte - chissà poi se è andata effettivamente così - ha riservato ai suoi dopo il pareggio di Verona, bensì un discorso deciso ai giocatori, tutto in prima persona plurale, cosa particolarmente apprezzata dal gruppo. Prima dell’allenamento di «scarico», il francese ha convocato la consueta riunione per analizzare sul video la partita. Solo che stavolta ha dovuto premere il tasto pausa con più frequenza del solito. Gli errori della difesa, la leggerezza degli attaccanti in area di rigore, la distanza fra i reparti, l’eccessivo nervosismo culminato nell’espulsione di Strootman, la sesta stagionale per i giallorossi: questi i tasti battuti dall’allenatore che, più in generale, ha analizzato le debolezze di una Roma troppo timida nell’approcciarsi a un appuntamento così importante.
«Dobbiamo pensare di essere grandi» ha detto il mister ai suoi. E, dopo aver ricordato che nessuno deve sentirsi sicuro del posto da titolare, ha invitato la squadra a reagire subito in campionato per non disperdere quanto di buono raccolto finora.
Garcia si aspetta una reazione forte contro la Sampdoria nella partita finale di questo ciclo di impegni ravvicinati. «Anche se siamo usciti dalla Coppa Italia - ha poi aggiunto a RadioMontecarlo - in campionato tutto va bene. Ma non abbiamo ancora vinto nulla.Mancano ancora tante partite, dobbiamo andare avanti e qualificarci per l’Europa e, se possibile, per la Champions League». Ecco, l’obiettivo primario adesso è la difesa del secondo posto, una sorta di rivincita da prendersi sul Napoli. Poi, se la Juventus dovesse mollare qualcosa la Roma deve farsi trovare pronta ad approfittarne. «Abbiamo iniziato bene la stagione - prosegue Rudi - col record di 10 vittorie consecutive. La Juventus è fortissima, ma noi abbiamo una partita da recuperare. Faremo di tutto per tenere a distanza il Napoli e per avvicinare la capolista». Con un vantaggio niente male: tutte le avversarie della Roma si preparano ad affrontare l’Europa League.
La batosta del San Paolo, insomma, non sembra scalfire le certezze dell’allenatore. Tantomeno dei dirigenti, convinti di potersi ancora giocare lo scudetto. I conti si fanno alla fine e il mercato consentirà di intervenire per migliorare la rosa. Al San Paolo sono riemersi i limiti di una difesa fin qui praticamente perfetta: c’è bisogno di rinforzi al centro e sulle fasce per garantire una migliore rotazione fra campionato e coppe. Bastos e Toloi (presi entrambi in prestito) verranno «esaminati» nei prossimi mesi, mentre a centrocampo tutto ruota attorno al futuro di Pjanic. In ogni caso, un elemento in più serve e arriverà da Verona: Paredes è «parcheggiato» al Chievo.
Le ultime due partite dicono invece che il problema principale da risolvere è in attacco. Più mentale che tecnico: manca quel «killer instinct» fondamentale per vincere certe partite. Garcia lo ha ricordato a Destro, Ljajic e non solo. Aspettando la prossima prova. «Voglio rimanere a Roma il più a lungo possibile - promette l’allenatore - non sappiamo cosa riserva il futuro, ma per ora, mi trovo molto bene qui. Un ritorno a Lille? Non si dovrebbe mai dire mai». Il momento della nostalgia non è ancora arrivato