La penna degli Altri 20/01/2014 10:14
Tra primi e ultimi il gap si allarga. Alla Serie A bastano 18 squadre
Non basta che a metà torneo siano già cambiate otto panchine, non è neppure sufficiente constatare che otto difese su venti sono schierate a cinque: disposizione che fa molto anni Novanta e non ha altri frequentatori nel calcio che conta. Nonostante il dilagare del difensivismo, sembra di capire che le squadre con più punti in classifica, riescono comunque a imporre la loro legge sul campo, togliendo di mezzo ogni possibile sorpresa. Guardando con un occhio i risultati del weekend e con l'altro la classifica, pare di sentire uno scricchiolio simile a quello che accompagna in una memorabile scena dell'Underground di Emir Kusturica la frantumazione dell'isola, sulla quale si trovano i protagonisti, in un simpatico arcipelago.
E' soprattutto la marcia record della Juve, inseguita da Roma e Napoli, a dare lo scrollone verso una gerarchia più netta dei valori in campo. Da quando ci sono i tre punti a vittoria, non era mai successo nel torneo a venti squadre che la prima in classifica avesse tanti punti (55) alla ventesima giornata. La tendenza è apparentemente ineluttabile: chi è più forte diventa sempre più forte e, proporzionalmente, i deboli sono sempre più deboli, mentre la classe media tende a sparire. C'è la netta percezione di un adeguamento della Serie A ad altri campionati europei tipo la Liga spagnola dove le differenze di budget e valori in campo tra le prime e le ultime sono abissali. Tutto vero anche se il riscontro sui numeri in classifica ci dice che siamo davanti a una tendenza in atto da tempo. Spesso, negli ultimi anni la Serie A a questo punto del torneo aveva un profilo segnato. Nel 2005-06, poco prima del big bang di calciopoli, la Juve aveva 8 punti di vantaggio sulla seconda e 41 sull'ultima (ora ha 8 punti sulla seconda e 42 sull'ultima). L'Inter, nella stagione seguente era a più 9 e più 45. Dov'è la novità? Il fatto nuovo è il ridimensionamento dei nostri club d'élite in Europa. La A ha bisogno di più qualità complessiva, per crescere. Un passo importante per ripartire può essere la riduzione a 18 squadre. Tanto per cominciare.