La penna degli Altri 17/01/2014 08:39

Mistero Balzaretti: fuori un altro mese

IL TEMPO (E. MENGHI) - Non aveva mai sofferto prima di pubalgia, eppure Balzaretti è da nove settimane e mezzo che ci combatte. E non c’è nessuna data fissata per il rientro, l’unica certezza è che i tempi sono lunghi. Federico ha già saltato otto partite, ma potrebbe restare fuori ancora un mese o forse più. Perché con la pubalgia si vive di alti e bassi, un periodo migliora e poi di nuovo peggiora.



Come è successo a inizio gennaio: il terzino è tornato ad allenarsi con il gruppo per un paio di giorni, subito dopo la batosta presa dalla Roma a Torino, ma il dolore si è riacutizzato ed è dovuto tornare al lavoro di sempre, alla fisioterapia e alla palestra. E non solo. Balzaretti viene sottoposto direttamente a Trigoria alla terapia laser e agli ultrasuoni, ma si tratta di una patologia cronica di cui sono difficilmente stimabili i tempi di guarigione. Lo staff medico giallorosso lo ha accompagnato in giro per l’Italia per ascoltare il parere di specialisti del settore, l’ultima valutazione è stata fatta a metà dicembre, a Venezia, e ha avvalorato la diagnosi iniziale: gli esami strumentali approfonditi non hanno evidenziato nessuna ernia, che in alcuni casi provoca la pubalgia, ed è stata esclusa perciò l’operazione.



Mauro Icardi è stato sottoposto a un intervento chirurgico proprio perché la sua situazione era causata da un’ernia inguinale (detta «dello sportivo»), ma Balzaretti non ce l’ha e per lui è stato scelto un iter conservativo. Quando guarirà non è dato sapere, ma con i tempi così incerti e lunghi Dodò sarà chiamato a fare gli straordinari. Il brasiliano è l’unico terzino sinistro di ruolo attualmente a disposizione di (che non a caso è «esternato» nei giorni scorsi sulla necessità di tornare sul mercato), l’ha schierato titolare nelle ultime 8 partite e dovrà obbligatoriamente farlo anche per le prossime due gare ravvicinate.



Ma a Trigoria non si fanno sorprendere: Dodò arriva sempre un’ora prima dell’allenamento per svolgere una fisioterapia «preventiva», perché per un anno intero è stato praticamente a guardare e ora che è arrivato il suo momento non vuole certo fermarsi. A volte è meglio prevenire che curare.